Lanfranco Malaguti – Papillon

Lanfranco Malaguti - Papillon

Splasc(H) – CD1564 – 2014




Lanfranco Malaguti: chitarre

Massimo De Mattia: flauti

Nicola Fazzini: sax alto

Luca Colussi: batteria, percussioni





Lanfranco Malaguti ha attrezzato la sua chitarra con una serie di congegni utili a costruire un raffinato armamentario tecnologico per un autentico one man band. Per mezzo di questa sofisticata dotazione, il musicista romano riesce a riprodurre il suono del basso, degli archi, dell’organo e del moog, fra l’altro. Il disco è, perciò, dominato dalla presenza dilagante del bandleader, che è in scena continuamente, espandendosi in tutti gli spazi, determinando la direzione dei vari brani e il loro sviluppo.


Si ascolta in tutto il cd una musica piena e rigogliosamente personale che si riallaccia ad un free funk non selvaggio, ad un jazz rock sospinto verso altre traiettorie. Malaguti è una autentica macchina da guerra. Mette in campo la sua cultura, la sua esperienza e la sua capacità di rinnovarsi continuamente per dar vita ad un flusso sonoro mobile, ondulato, contraddistinto da cambi di tempo, anche in corso d’opera e da un timbro complessivo decisamente definito. Alla batteria di Luca Colussi spetta il compito di scomporre e ricomporre il ritmo. La sua azione double face è fondamentale per contribuire a rendere policroma la massa sonora condotta in avanti dal chitarrista. Come lampi improvvisi, nelle tracce, si materializzano gli interventi del flauto di De Mattia. Sono stilettate profonde, che assicurano incursioni su toni alti, limpidi e nitidi o opachi e sporchi. Nicola Fazzini, invece, al sax alto, ha un fraseggio congestionato, ma pulito, che si può avvicinare a quello di Steve Coleman o Greg Osby ed è particolarmente adatto a fornire un supporto inquieto e spigoloso al discorso complessivo.


Dopo il pregevole Panorami e l’ancor più convincente Galaxies, Malaguti continua la sua parabola ascendente, conferma di essere in un momento di grazia, di vena creativa, confezionando un disco in cui ha investito tanto del suo talento, avvalendosi, inoltre della collaborazione imprescindibile di compagni di viaggio perfetti per il loro ruolo. È questo un quartetto anomalo che produce musica altrettanto atipica, senza essere astrusa, per contro di sicura attrattiva.