Tobia Bondesan-Nazareno Caputo – The Hidden Idea

Tobia Bondesan: sassofono contralto
Nazareno Caputo
: vibrafono, marimba, litofono

Barly Records – 2025

Tobia Bondesan e Nazareno Caputo si conoscono indubbiamente bene. Entrambi vantano collaborazioni con importanti musicisti d’avanguardia e tutti e due sono nell’orbita di Siena Jazz, legati,in particolare, alle attività di ricerca portate avanti da Stefano Battaglia. “The Hidden Idea” è, però, il primo disco inciso in coppia ed è già una prova matura, poiché realizzata da due improvvisatori abituati a lavorare senza punti di appoggio definiti, in un linguaggio derivante dalle esperienze compiute in un jazz consapevole della tradizione, ma aperto a tutte le contaminazioni del tempo presente.

Il dialogo fra i due si muove su una base timbricamente connotata dai metallofoni percossi da Nazareno Caputo, su cui si innestano le evoluzioni scabre del sassofono di Tobia Bondesan, lontane dal bop, dallo swing, in senso stretto, o pure largo, semmai prossime al tipo di architettura sonora costruita da Julius Hemphill o da Tim Berne, ma con un qualcosa, non poco, di personale. I ritmi sono più impliciti che espliciti. Quando si manifestano, come in Small Borders, ad esempio, si mostrano come sequenze ripetitive di impronta etnica, su cui può inserirsi il discorso zigzagante del sassofonista, che entra dentro ed esce anche fuori dalle coordinate musicali messe a punto dal partner. I contrappunti si palesano, infatti, su liveli dissimili, a volte concordanti, altre volte, apparentemente discordanti, ma tutto alla fine si concretizza favorevolmente. Caputo, poi, oltre al vibrafono, utilizza la marimba ed il litofono, strumento in roccia (quindi primitivo) che viene colpito con una pietra per produrre il suono. È sottintesa, a questo spiegamento di mezzi di espressione, l’intenzione di creare una musica attuale dai tanti caratteri, antichi e moderni.

Bondesan, da parte sua, si esprime con un idioma in prevalenza ortodosso, pur concedendosi, in alcuni frangenti, licenze dalla tonalità e dall’emissione regolare del sassofono, con il ricorso ai sovracuti, alle note doppie, trascinate e ai battimenti.

“The Hidden Idea”, in conclusione, è un album che testimonia lo stato della ricerca di due musicisti preparati e curiosi, capaci di dialogare proficuamente a servizio di un’idea nascosta (come dalla traduzione del titolo), meglio di un piano non rivelato a priori, poiché svelato progressivamente dalle intuizioni istantanee dei due compositori.


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