Gadaleta/Vancheri/Fioravanti – Fluet

Marta Gadaleta: voce, suon, oggetti, electronics
Gianni Vancheri: chitarra elettrica, clarinetto basso, electronics
Ettore Fioravanti: batteria, percussioni

Dodicilune – 2025

Fluet è un disco fatto di impalpabile sostanza, spiraliforme nella geometria delle sue raffigurazioni spaziali. L’ascoltatore viene attratto da un vortice di suoni, silenzi, vuoti, vocalizzi, spurie elettriche e varianti ritmiche. Gadaleta, Vancheri e Fioravanti hanno creato un sistema in cui la musica cresce e si sviluppa seguendo un movimento totale che abbraccia più dimensioni sonore trascinando l’uditore in una sorta di gabbia priva di sbarre. Si direbbe che è un progetto senza rete, di protezione, in cui i singoli dialoghi assumono una centralità momentanea. Ognuno di essi tende ad essere superato dal successivo attraverso una forma di rincalzo regressiva e progressiva allo stesso tempo. L’improvvisazione è la materia sulla quale viene costruita una continua interazione strumentale che allo stesso tempo cambia funzioni e valori timbrici a ognuno di essi. Gerarchie capovolte che invece di stridere rappresentano il lato virtuoso di un amalgama che viene tenuto assieme da ologrammi elettrici. Il clarinetto basso di Vancheri in poche note, nella programmatica Opening, riassume in musica l’intero progetto del disco, che dopo trova concrete conferme nella voce trasversale e atona di Marta Gadaleta in Drawings. La chitarra assurge a protagonista in Automat. Ne costruisce le atmosfere e le quinte, apparentemente senza vita, di un paesaggio sironiano. La strada è tracciata così come l’instabilità del percorso che porta dritti verso New Tune, un brano dello scomparso Gianni Lenoci testualizzato da Gadaleta e inquadrato dalla ritmica di Fioravanti. Con Beyond invece si celebra il sodalizio dialogico e umbratile tra voce e clarinetto basso, mentre in Feel The Light è la luce la protagonista del brano. Una luce dalle tante facce in cui la fatica della scoperta viene ironicamente tratteggiata da una marcetta dai risvolti teatrali e popolari. Torna Lenoci con Graduale, sempre testualizzata da Gadaleta e costruita su un continuum ritmico. L’inquietudine domina l’atmosfera di Miglia da fare prima di dormire. Una ballad esistenziale sgranata attraverso un rosario di parole e riflessioni esistenziali. Una nuova verità, docile e catartica, pervade come un’essenza soporifera l’atmosfera di Mille Comete. Fluet Ending è la chiusura semantica di un disco dove si è suonata la bellezza in tutte le sue sfaccettature. È l’ascoltatore poi a decidere quali di questi lati estetici facciano vibrare la sua sensibilità interpretativa.


Segui Jazz Convention su instagram: @jazzconvention