Per il sesto anno consecutivo torna a Firenze, questa volta a giugno, I Poeti del Piano Solo, il festival dedicato alle emozioni del pianoforte in purezza, organizzato da Musicus Concentus in collaborazione con l’Associazione Something Like This.
Oltre al concerto di Shai Maestro al Museo dell’Opera del Duomo, altri due imperdibili appuntamenti si terranno nella splendida cornice della Terrazza Belvedere di Villa Bardini, uno dei punti panoramici più suggestivi di Firenze.
Un’occasione davvero speciale per ascoltare le note di Fergus McCreadie (venerdì 13 giugno, ore 18) e di Jacky Terrasson (sabato 14 giugno, ore 18), entrambi in data unica per l’Italia.
Il giovane pianista Fergus McCreadie unisce in modo originale e sorprendente il jazz e la musica folk scozzese, attingendo ispirazione dai paesaggi mozzafiato della sua terra. La sua musica riesce a toccare profondamente il cuore del pubblico internazionale, superando i limiti tradizionali del genere musicale e conquistando ogni ascoltatore.
Il suo album del 2022, Forest Floor, ha ricevuto un’immediata acclamazione dalla critica, catapultandolo sotto i riflettori internazionali. L’album ha raggiunto la vetta delle classifiche UK Jazz & Blues, ha suscitato entusiasmo in performance sold-out in tutto il Regno Unito, elogi da parte di BBC 6Music, The Times, NME e gli è valso una nomination nella shortlist del Mercury Prize 2022, il premio come Strumentista dell’Anno 2022 ai Jazz FM Awards e il Scottish Album of the Year Award 2022 – diventando così il primo artista jazz a ricevere tale riconoscimento. Il suo ultimo album, Stream (2024), continua la sua esplorazione della natura e dei paesaggi della Scozia, questa volta immergendosi nell’essenza dell’acqua.
Jacky Terrasson è uno dei talenti più acclamati venuti alla ribalta sulla scena jazz internazionale a cavallo tra gli anni ’80 e ’90. Studia a Parigi piano classico fin quando scopre la nutrita collezione di dischi jazz della madre. A diciannove anni parte per gli Stati Uniti: soggiorno di studio al “Berklee” di Boston e poi ritorno a Parigi, dove lavora tra gli altri con Dee Dee Bridgewater, Barney Wilen e Ray Brown.
Il ritorno negli USA è marcato nel 1993 dal primo premio al prestigioso concorso “Thelonious Monk” a Washington. È il preludio di una folgorante carriera che lo porterà in pochi anni a suonare sui palcoscenici di tutto il mondo e a firmare per prestigiose etichette come Blue Note, Concord Music, EmArcy, Impulse! e Universal Jazz France. Nel 2023 fonda Earth-Sounds, la sua etichetta discografica, con cui pubblica l’anno successivo l’album Moving On, il suo ultimo lavoro in studio.
Con uno stile tecnicamente perfetto, Terrasson abbina la tradizione modernista europea (ascoltandolo possono a volte venire in mente Debussy e Ravel) e l’alta scuola dell’improvvisazione pianistica jazz, in linea con una tradizione che da Art Tatum, passando per Bud Powell, Ahmad Jamal e Thelonious Monk, arriva a Bill Evans. Ciò che sorprende nel suo modo di suonare sono l’improvvisa comparsa di citazioni e trame fantasiose, il senso naturale del ritmo e un dinamismo fuori dal comune.
In caso di maltempo, i concerti in questione si terranno in Sala Vanni.
Segui Jazz Convention su Instagram: @jazzconvention