Ferdinando Romano – The Legends of Otranto

Ferdinando Romano: contrabbasso
Veli Kujala: fisarmonica
Kirke Karja: pianoforte
Ermanno Baron: batteria

GleAM Records – 2025

Con un’apertura carica di drammaticità, tensione e mistero si apre il disco The Legends Of Otranto. È l’incipit di La Torre della Serpe, il primo capitolo di una storia che ne annovera sei. Come quella di Horace Walpole e il suo Castello di Otranto, anche quella di Romano è un’opera di narrazione, musicale. Qui il genere gotico d’Albione centra poco. Molto di più la micro storia dispersa nel dna levantino di una terra di confine. Siamo di fronte a un qualcosa che trascende i generi e che si colloca al di fuori della storia, nel senso che la sua aura mistica abbraccia mondi iperuranici dove le storie degli uomini si confondono con le leggende, le religioni e gli interventi del fato. Romano ha saputo creare un mondo che interseca contemporaneità e passato, suoni di oggi e richiami popolari. Gli arrangiamenti del contrabbassista legano e sviluppano con coerenza parti scritte e improvvisate grazie anche al lavoro degli altri strumentisti che interagiscono tra loro armonicamente e con lo stesso impeto. Il quartetto che suona nel disco prevede una sezione ritmica italiana composta dallo stesso Romano e Ermanno Baron alla batteria, mentre alla fisarmonica c’è il finlandese Veli Kujala e al pianoforte l’estone Kirke Karja. Un connubio interessante tra Nord Europa e Mediterraneo, soprattutto come percezione culturale da parte di due musicisti ben distanti da un luogo che si colloca all’estremità terraquea della storia. Un luogo, Otranto, di incroci umani e culturali. Da questo rimescolamento Romano è riuscito a creare una suite dove il jazz, la classica, il rock, la musica popolare e contemporanea, si fondono per dar vita a un unicum nel suo genere. L’apporto della fisarmonica, con le sue trame armoniche e misteriose, e di un pianoforte, dal contrappunto impalpabile e rarefatto, rendono le composizioni inventate da Romano un ulteriore e reale mistero tra i misteri, come le ramificazioni de L’Albero della Vita e gli antri oscuri de La Torre del Serpe: «I rivolgimenti che si verificarono allora, non li si può descrivere, vanno intuiti. Le lacrime degli astanti, più che asciugarsi per la gioia, si arrestarono per la meraviglia…». Horace Walpole – Il Castello di Otranto


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