Cristiano Arcelli: sax alto
Fulvio Sigurtà: tromba, flicorno
Giovanni Hoffer: corno francese
Massimo Morganti: trombone
Glauco Benedetti: tuba
Caligola Records – Caligola 2367 – 2025
Otto tra i brani più celebri di Thelonious Monk, arrangiati da Cristiano Arcelli per un organico disegnato in maniera particolare, rappresentano il menù di un lavoro intrigante. Da una parte, la musica di Monk, immediatamente riconoscibile nelle sue linee melodiche spigolose e inattese, profonda e insieme istintiva, ricca di richiami al blues e alle suggestioni più ancestrali della musica afroamericana. Dall’altra, cinque musicisti tra i più interessanti del panorama italiano, uniti a formare un quintetto di fiati in cui si intrecciano reminiscenze classiche e spirito bandistico per dare vita ad una dimensione musicale naturalmente sfaccettata e ricca di accenti e richiami.
La costruzione disposta da Arcelli riesce a dare fluidità e senso alla rilettura dei brani: gli arrangiamenti utilizzano il combo secondo coordinate di volta in volta diverse e fanno leva sugli aspetti orchestrali, sulle sezioni che si compongono per sostenere il solista e per rispondere alle esigenze ritmiche e armoniche della musica, su un interplay solido nato nelle tante esperienze che i singolo musicisti hanno spesso condiviso insieme e, fatto non trascurabile, sul terreno stabilito da temi estremamente forti e caratterizzati come quelli di Monk. Arcelli intreccia nel tessuto del Koro Almost Brass anche le soluzioni presenti nelle colonne sonore degli anni d’oro di Hollywood e la spinta propulsiva di certo hard bop, senza dimenticare naturalmente le derive del jazz più attuale per dare ulteriore profondità e giusto equilibrio al discorso nel suo complesso. L’impasto timbrico degli ottoni con il sax alto completa il quadro e offre ulteriori soluzioni all’ensemble, soluzioni fertili di nuove possibilità sia dal punto di vista delle improvvisazioni che per il disegno delle atmosfere generali.
L’equilibrio è il punto centrale nello sviluppo del disco: equilibrio tra rigore e trasporto, tra personalità e rispetto per la scrittura originale, tra pause e frasi esposte dai vari strumenti. Un equilibrio utilizzato per entrare in maniera coerente nella dimensione più specifica e caratteristica dei brani di Monk senza rinnegare le esperienze affrontate nei singoli percorsi dei cinque musicisti.
Segui Jazz Convention su instagram: @jazzconvention