Nadt Orchestra – Dualism

Domenico Romano: chitarra
Vincenzo Bosco: pianoforte
Lorenzo Napoletani: basso
Yado Uzun: percussioni
Francesco Guerra: batteria
Federico Privitera: tromba
Lorenzo Righetti: tromba
Riccardo Dalle Vedove: trombone
Marco Porcelluzzi: sax alto, sax tenore

ospiti:
Gianluca Petrella: trombone
Pasquale Mirra: vibrafono
Alberto Brutti: contrabbasso
Kadi Coulibaly: voce

Locomotiv Records – 2025

Nadt Orchestra traccia un vero e proprio itinerario alla convergenza di stili, generi e influenze musicali differenti, un filo in cui si misurano echi ancestrali, un approccio ritmico sempre propulsivo e visioni post-progressive, richiami alle culture del mondo – a partire dal termine sanscrito scelto per il nome della formazione – e suggestioni elettroniche utilizzate con estrema misura e, naturalmente, le tante grammatiche del jazz e il senso dell’improvvisazione. I nove brani originali contenuti in Dualism conducono infatti l’ascoltatore attraverso sorprese continue e cambi di scenario, ambienti sonori in cui si “materializzano” di volta in volta possibilità espressive fresche ed intriganti, assecondate da una scrittura fluida e dall’interplay sviluppato nel corso degli anni dalla band e spesso evocate dalla personalità di ospiti come Gianluca Petrella, Pasquale Mirra, Alberto Brutti e Kadi Coulibaly.

Nadt è il termine che indica, in sanscrito, i sottili canali attraverso i quali scorre l’energia vitale: una sorta di “rete energetica” che influenza gli stati d’animo e il benessere fisico, mentale e spirituale dell’individuo. L’idea alla base della musica del collettivo bolognese riflette in pieno questo concetto: utilizza i diversi riferimenti per far evolvere il discorso nel suo insieme, stratificando le varie anime grazie anche alla dimensione ampia ed orchestrale dell’organico. L’alternanza di aperture melodiche e costruzioni ritmiche più ipnotiche e circolari va a rendere evidente la ricerca della sintesi tra pulsioni istintive e complessità più razionali. Un’attitudine che innerva tutto il lavoro e che l’ensemble applica con costanza sia nei brani più trascinanti come Spiral che nell’andamento più libero e spirituale di Eggun.

Se Dualism si inserisce in un contesto ampio e trasversale di musiche di sintesi, la formazione trova una strada senz’altro efficace e personale, sicuramente equilibrata, capace di strizzare l’occhio anche al dancefloor in alcuni passaggi ma senza mai perdere di vista il centro del proprio discorso.

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