XYQuartet – Lexycon

Nicola Fazzini: sax alto
Alessandro Fedrigo: basso elettrico
Saverio Tasca: vibrafono
Luca Colussi: batteria

nusica.org – 35 – 2025

Per il suo sesto lavoro, l’XYQuartet torna alla sua dimensione più essenziale, vale a dire il quartetto senza ospiti, per offrire agli ascoltatori undici tracce in cui convergono suggestioni letterarie ed artistiche e una cifra stilistica ormai consolidata dalla lunga esperienza comune e sicuramente riconoscibile sin dalle prime note.
Come evidenzia il titolo del disco, il quartetto pone il concetto di lessico al centro di questa sua nuova esplorazione musicale: nel loro percorso ormai più che decennale, Fazzini, Fedrigo, Tasca e Colussi hanno lavorato alla costruzione di un vocabolario sonoro sia tramite gli incastri timbrici resi fluidi e sospesi dalla presenza del vibrafono sia per mezzo di un’attenzione costante alla scrittura e all’arrangiamento dei temi, in una sintesi capace di tenere insieme le suggestioni della musica contemporanea, certi rimandi alla musica medievale e le atmosfere del jazz più radicale per andare alla ricerca di opzioni creative meno battute da cui far scaturire le improvvisazioni.
Il quartetto abbraccia molti spunti differenti nel suo racconto. Se nelle note di copertina vengono citate le intuizioni futuribili – distopiche o surreali, a seconda dei casi – di autori come Italo Calvino, George Orwell e Tommaso Landolfi, non viene mai meno la fascinazione spaziale che da sempre accompagna i lavori della formazione. Altri due fili già presenti in lavori tornano anche in Lexycon: da una parte, ci sono molte connessioni espressive con il mondo sonoro già attraversato in “Strabordante” – il disco realizzato con John De Leo intorno ai versi e alle ambientazioni della commedia dantesca – e. dall’altra, torna ancora una volta l’eccentrica ispirazione monkiana che caratterizza un brano come Knom e che era stata già affrontata in precedenza in No Evidence: un’ispirazione che unisce gioco e studio, rispetto e personalità e che rispecchia il modus operandi dei quattro musicisti e la loro intenzione di scomporre i materiali presi come riferimento per osservarli secondo prospettive diverse e spostarli poi verso soluzioni altre. Un filo che prosegue anche con le parole inventate per i titoli, presi da una sorta di linguaggio immaginario, e con i simboli disegnati per i singoli brani, simboli riproposti sulla copertina del disco.
Lexycon dimostra ancora una volta la determinazione dell’XYQuartet nel perseguire le sue intenzioni. Al centro, c’è una precisa idea timbrica che garantisce l’identità profonda del progetto: un’idea pronta, di volta in volta, a dialogare con altri interlocutori – la voce di John De Leo, come si ricordava sopra, o l’ensemble di percussioni Pedrollo in “QuartettoQuartetto” – oppure a svilupparsi nella forma più asciutta del quartetto e che ben si incastra con la curiosità e l’eclettismo della formazione e con il suo percorso in equilibrio tra tensione intellettuale e senso dell’improvvisazione.


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