Pippo Matino Collettivo Bassmat – Caos, Colori e Fiori

Pippo Matino: basso elettrico
Horacio “El Negro” Hernandez: batteria
Giovanni Imparato: percussioni, voce
Maurizio Giammarco: sax tenore, sax soprano
Alex Sipiagin: tromba, flicorno

Edizioni Musicali Gruppo DB – 2025

Il nuovo lavoro discografico di Pippo Matino con il suo Collettivo Bassmat, intitolato Caos, Colori e Fiori, si impone come una delle uscite più significative nel panorama del jazz-fusion italiano. Lontano dall’essere una semplice vetrina per il virtuosismo del bassista, l’album è un’articolata dichiarazione di intenti sul rapporto tra tecnica esecutiva e architettura compositiva, cementando la posizione di Matino come bandleader di visione.
Il collettivo, in questa sua incarnazione che sfiora il supergruppo, si avvale di musicisti di statura internazionale. La presenza di Horacio “El Negro” Hernandez (batteria) garantisce una propulsione ritmica cubana, vulcanica e inarrestabile, che dialoga in modo mirabile con il groove di Matino. Le percussioni e la voce di Giovanni Imparato non si limitano a colorare, ma intessono controtempi e poliritmie essenziali, specialmente nei passaggi più esplicitamente latini o mediterranei.
Sul fronte melodico e armonico, l’interazione tra il sax di Maurizio Giammarco e la tromba di Alex Sipiagin (nomi di spicco nel panorama mondiale) è chirurgica. Giammarco apporta un lirismo profondo e un timbro caldo, tipico del miglior jazz moderno, mentre Sipiagin introduce aperture armoniche più contemporanee e una brillantezza virtuosistica che eleva il livello del fraseggio.
L’album, prodotto da Alessandra D’Andrea, si sviluppa su sei tracce e offre un’esemplare varietà stilistica.
Brani a forte trazione ritmica, mettono subito in chiaro la matrice jazz-funk del lavoro. Matino non è solo un slapper o un funambolo delle corde, ma il vero perno armonico-ritmico. Le sue linee di basso non sono meri accompagnamenti, ma riff complessi che si evolvono in controcanti melodici.
Si avvertono chiaramente le influenze mediterranee (le “Cose di Mediterraneo” citate nel suo repertorio) e napoletane, dove la melodia si fa più “fiorita” e malinconica. In questi contesti, il lavoro di Imparato e la liricità di Giammarco trovano il loro apice, creando un contrasto affascinante tra la solarità armonica e la complessità ritmica. L’equilibrio tra “Caos” (ritmico) e “Colori” (armonico) è il vero punto di forza di queste composizioni.
Nelle tracce dove emerge la tromba tagliente di Sipiagin, il collettivo si spinge verso territori più vicini alla fusion newyorkese. Il sound diventa più denso, i passaggi armonici più audaci e le improvvisazioni si sviluppano su strutture modali o semi-atonali, dimostrando la capacità della band di confrontarsi con i benchmark del genere.
Caos, Colori e Fiori è un disco di maturità artistica per Matino. La sua composizione è sofisticata, mai fine a sé stessa, e celebra il basso elettrico come strumento leader e fondamento dell’intera opera. La produzione è pulita, esaltando la dinamica di un ensemble che suona con la compattezza di un’orchestra.
L’album traccia una via italiana e personalissima, intrisa di calore e pathos mediterraneo. È un’opera che richiede e ripaga un ascolto attento, confermando Pippo Matino come un pilastro indiscutibile della musica strumentale contemporanea.


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