Biagio Marino: chitarra, farfisa, elettronica
Danilo Gallo: basso elettrico, stylophone, elettronica
Gioele Pagliaccia: batteria, percussioni
Folderol Records – 2025
Pun di Biagio Marino è un viaggio di confine. Sei brani originali per raccontare come ci si muove oltre il jazz, dove le linee di demarcazione dei generi non reggono più, sgretolate dalle influenze e incursioni del rock, del prog e dall’elettronica. La formazione del gruppo è quella del trio classico chitarra, basso elettrico e batteria. Il suono ha una sua definizione precisa ed è reso più ampio e colorato dagli effetti dell’elettronica. Ognuno dei tre musicisti si muove liberamente all’interno delle composizioni del leader apportando contributi e improvvisazioni pur restando sempre tra le maglie del tessuto armonico. Fuoco greco, tellurico e fiammeggiante apre il disco. Un assolo rockeggiante di chitarra ne introduce il tema subito sostenuto da una batteria pressante e poliritmica. È l’incipit di un disco al fulmicotone nonché la summa di un’idea di musica ad alto voltaggio, squisitamente tecnica ma con una sua anima “carnale” che ne pervade le intere composizioni. Infatti con The Dancers, i tre si esprimono con lirismo, tutto loro chiaramente, ma che dipinge una condizione e ritmo di vita. Stesso pathos in Meta Bolo Mix, una sorta di melting pot sonoro in cui Marino esprime al meglio tecnica e inventiva circondato dall’abbraccio avvolgente di basso e batteria. Daydream Station comincia con un intro potente di batteria e si trasforma in un pezzo indie rock dalla cinetica cinematografica. Pun scivola via tra le onde di marosi elettrici, tempeste di note e vortici di suoni (Vortitudo), prima di approdare alla futuribile ed espressionistica Negligenza Artificiale. Come chiusura non è male!
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