Melodia e cantabilità sono da sempre le componenti essenziali della musica di Marco Detto. Se vi si aggiunge solarità e freschezza, ecco che la miscela sonora che lo caratterizza da sempre è presto fatta. Questo suo ultimo disco, che segue quello in solo, non tradisce la sua arte. Qui la coltiva in trio con Marco Ricci e Tony Arco, attraverso un pianismo fluido, essenziale, semplice nell’espressione, ma complicato nella costruzione (
Wandering). L’interplay scorre facile, Ricci liricizza con l’archetto il nostalgico e intenso
Faraway Sea. Tony Arco puntella di luci le singole composizioni, fedele al suo sodale al contrabbasso nella spinta ritmica e nelle varianti improvvisate. Ascoltando i nove brani, di cui otto originali, si ha la sensazione tangibile che tutto scorre con massima chiarezza e semplicità dove la musica per scelta ha la meglio sulle singole personalità. Tutti e tre concorrono alla creazione di quella necessaria atmosfera che garantisca al pianismo di Detto di mantenere una costante cantabilità che rende il suo disco di notevole appeal uditivo (
Only An Instant). Anche nelle parti di notevole dinamicità, dove le note si susseguono con velocità cara agli stilemi del pianismo contemporaneo (
Reminescenses). La verve narrativa rimane intatta anche in ballad come
Nostalgia, dove i singoli interventi sono vissuti con felpato equilibrio che evita qualsiasi intrusione nell’ovvio e scontato. Poi ripaga gli ascoltatori con il funky danzante di
Another Day. Solo un attimo, è il tempo che ci vuole per ascoltare sessanta minuti di jazz che coniuga felicità espressiva, vitalità e un’incontenibile voglia di cantare accecati dal sole della passione (
Alma).
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