Vince Abbracciante prima di essere un musicista è un narratore. Le sue storie cominciano e tornano al "Sur" (
Fuga al Sud). Un moderno Ulisse che parte, esplora, impara, registra e torna nella sua terra per raccontare attraverso un filo rosso che li lega nell'intimo i Sud del mondo. Il suo meridionalismo letterario e musicale è una sorta di melting pot nella cui pentola troviamo ingredienti magno-greci, arabi, mediterranei e latini di esotica latitudine. Al centro di questo vortice geografico c'è la Puglia (
Impressioni di Puglia), terra crocevia di culture e suoni, di origini illustri, Piazzolla, e di mondi che si incontrano sotto una diversa luce di moderna semantica. Terranima è il secondo capitolo della sua storia cominciata con Sincretico, disco in cui agivano la gran parte dei personaggi-musicisti presenti in quest'ultimo lavoro. Sulla scena, dunque, agiscono gli stessi formidabili attori, questa volta ancora più rodati ed efficaci nel rappresentare una sinfonica coralità di umori e armonie che ci riportano non solo a Piazzolla, ma anche a Ginastera, Gardel, Villa-Lobos, allo choro, alle bande, alla tarantella, alla pizzica, al melodramma, alle arie barocche, ai canti che vorticano nell'aria durante le feste patronali di un sud aggrappato alle sue tradizioni musicali. Ecco Abbracciante riesce a sintetizzare tutto questo, a filtrare e cantare il sentimento di una terra aggrappata disperatamente alla sua natura centenaria (
Requiem per un Ulivo), e allo stesso tempo essere coraggiosa, vitale per permettersi anche una
Serenata del Canto e dell'incanto. Disco magnifico e immaginifico, Terranima resterà un passaggio obbligato per chi voglia sapere che cosa "succede" al Sud!
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