Stefano Leonardi - Aura PDF Stampa E-mail
Scritto da Gianni Montano   
Mercoledì 11 Novembre 2020 00:00


Stefano Leonardi - Aura

Leo Records - 2020

Stefano Leonardi: flauto, piccolo, sulittu, dilli kaval, bass xun, launeddas
Marco Colonna: clarinetti, sax sopranino
Antonio Bertoni: violoncello, guembri
Fridolin Blumer: contrabbasso
Heinz Geisser: percussioni, waterphone

Stefano Leonardi pubblica un nuovo disco per la Leo records con lo stesso quintetto con cui ha inciso "L'Eterno", esattamente due anni fa. Rispetto al cd precedente il flautista ha ampliato ancora il suo campionario, aggiungendo altri strumenti di origine etnica, dal dilli kaval turco all'ocarina cinese e pure Antonio Bertoni affianca al violoncello il guembri, sorta di parente ancestrale della chitarra, in uso nel nord Africa. L'album contiene dieci brani a firma di tutti i membri del gruppo, poiché si tratta di improvvisazioni assolute. Malgrado questa scelta metodologica piuttosto arrischiata, la musica scorre liscia, regalando molti spunti felicemente condotti in porto, grazie alla forte intesa e all'estro di compositori istantanei presente in tutti i musicisti della formazione. Il bandleader alterna il flauto traverso agli strumenti tradizionali in funzione del suono che vuole ottenere in ogni situazione, senza alcun proposito, però, di avvicinarsi in qualche modo alla world music. Leonardi, di fatto, punta ad ambientare il clima dei brani, ad arricchirli di timbri bassi evocativi, o di salti oltre l'acuto, facendo, in questa maniera, da contraltare al solismo aggrovigliato, rotante, di Marco Colonna, impegnato in interventi spesso di sbieco, incurvati nei toni e nei modi. Antonio Bertoni, da parte sua, usa il guembri per creare effetti sonori inconsueti, mentre sul violoncello realizza oasi di linguaggio cameristico free in un lavoro direzionato altrimenti.
Fridolin Blumer, invece, si fa apprezzare per una cavata profonda, molto espressiva sul contrabbasso. Heinz Geisser espande colori attraverso il suo arsenale percussivo. La coppia svizzera sa intercettare, poi, le intenzioni dei partners e tirare ad elastico il ritmo dei pezzi, accelerando o decelerando a seconda delle necessità.
"Aura", a conti fatti, rappresenta un netto passo in avanti rispetto a "L'eterno". Il quintetto, infatti, ha raggiunto ormai un notevole equilibrio e riesce a costruire e a svolgere un discorso coerente e logico, senza aver predisposto alcuna partitura prima di registrare. Alla faccia di un nutrito drappello di improvvisatori che girano e rigirano attorno ad una mezza idea (sempre la medesima) e finiscono inevitabilmente in un cul de sac creativo in cui rimangono imprigionati...

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