L'etichetta italo-berlinese Aut Records è sempre attenta ad indagare i meandri e le pieghe nascoste del panorama jazzistico italiano e internazionale.
Blue Horizon, il nuovo progetto di Ramon Moro, è un felice incontro tra la notevole capacità tecnica dei musicisti al lavoro e una ricerca che si divide tra intimismo poetico e naturale propensione ad un avant-jazz viscerale, fortemente intriso di passione.
Il trombettista torinese compone le otto tracce ispirandosi all'album Folk Song for Rosie del Paul Motian Trio, anno 1979.
Love's Uncertanty, dopo l'attenta introduzione di Marchesano, collaboratore ventennale di Moro, esprime una naturale leggerezza fluttuante, come una battello lasciato in balia delle onde, Maniscalco smembra gli accordi con precisa eloquenza, il timbro di Moro è dotato di una gioia senza fine.
Untie Mie permette a De Rossi di manifestare appieno la sua padronanza e maestria con le sottile dinamiche del suo strumento, un leggerezza e un controllo magnifici, una capacità di dosare pause e saturazioni che ci stupisce.
Albedo si trascina liricamente esponendo l'evocativo tema. Man mano che si procede sembra che ognuno dei componenti permetta allo strumento di prendere il sopravvento, di superare il controllo del musicista: lo strumento diventa una protesi del corpo e il corpo del musicista suona all'unisono.
Se
Too Late sembra un breve intermezzo, un brano estemporaneo in cui Maniscalco da prova delle sue doti di fine cesellatore,
Nocturne For Loly è una breve ballad dal carattere estroverso.
In sintesi, un quartetto in stato di grazia per un progetto all'insegna di una leggera, pacata ma potente ricerca di impressioni che si annidano tra ciò che rimane tra le note.
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