Baba Sissoko prosegue con Griot Jazz l'esplorazione delle possibili connessioni tra musiche tradizionali maliane - e, più in generale, africane - con il jazz e con il blues.
Il punto di partenza del disco è un incontro: l'incontro tra Baba Sissoko, Madou Sidiki Diabate e Lansiné Kouyate, impegnati a Parigi ne "Le Vol du Boli", opera composta da Damon Albarn con un cast di cui faceva parte tra gli altri anche Fatoumata Diawara. Una situazione aperta dal punto di vista stilistico in cui i tre musicisti maliani hanno potuto sviluppare da una parte il loro interplay e, dall'altra, far convergere altri riferimenti nella loro musica e avviare così un confronto tra radici ancestrali e curiosità personali, tra stilemi e codici delle tradizioni e linguaggi provenienti da altri contesti.
I brani portati in Griot Jazz sono stati scritti da Baba Sissolo appositamente per questo trio con l'intenzione di fissare la confidenza reciproca nata dal dialogo e svilupparla in direzioni ulteriori. A questo punto del percorso, si aggiunge poi un altro ingrediente, vale a dire il tastierista Jean–Philippe Rykiel che si è unito in maniera del tutto naturale al trio e ha portato così un elemento occidentale con il pianoforte e le tastiere.
Nel disco ritroviamo perciò una sintesi di esperienze ed intuizioni, di incontri e di convergenze. L'approccio all'improvvisazione proposto da Sissoko e dai suoi compagni d'avventura è trasversale e libero – all'improvvisazione, capace di attingere a suggestioni diverse e pensato, in maniera coerente con quanto proposto negli anni da Baba Sissoko, per far coesistere suoni ed espressioni differenti. Linguaggi e grammatiche musicali sono punti di partenza, tenuti in considerazione e rispettati dai quattro interpreti ma soprattutto utili per avviare un dialogo paritario. L'impasto timbrico tra voci, strumenti della tradizione africana, pianoforte e tastiere rappresenta una sorta di contraltare delle scelte operate nella costruzione del repertorio e nel disegno della formazione.
Un percorso coerente con la vicenda musicale di Sissoko e con le sue esperienze e con le collaborazioni avviate nel corso degli anni. Da Famoudou Don Moye a Omar Sosa e Antonello Salis, Sissoko ha dato vita ad un dialogo sempre creativo e privo di posizioni precostituite, un dialogo che gli permette di superare con personalità i confini tra i generi per costruire la sua musica, una musica attenta alle radici ma altrettanto pronta ad accogliere e a farsi accogliere.
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