Enzo Favata Trio @ Blue Note, Milano PDF Stampa E-mail
Domenica 25 Aprile 2010 00:00


Foto: Roberta Guzzetti



Enzo Favata Trio @ Blue Note
Milano, Blue Note - 11.4.2010

Enzo Favata: sassofoni
Marcello Peghin: chitarra 10 corde, chitarra baritono, viola caipira
Yuri Goloubev: contrabbasso


Due sardi e un russo si incontrano nell'ultimo disco di Enzo Favata, The Night of the Storytellers, presentato al Blue Note in un concerto in cui a farla da padrona è stata indubbiamente proprio la narrazione, intesa nelle sue varie forme. Proposito esplicito del progetto è quello di raccontare una sorta di lungo viaggio per il mondo, e anzi in particolare proprio per l'America Latina, sulle orme di quei Diari della motocicletta che molti conoscono: da qui è partita la scintilla che ha portato Favata a costruire una sorta di personale descrizione di ciò che quel viaggio potrebbe, o avrebbe potuto, significare. Ecco che allora il concerto al Blue Note si apre e si chiude con due brani di Egberto Gismonti, come a incorniciare il resto dei brani (altrimenti tutti autografi): apparentemente sommessa, la musica del trio in realtà si confronta con una intensa drammaticità, a volte quasi tragica, costruita sulla complessità armonica e sulla potenza lirica dei musicisti, che interagiscono vorticosamente. Certo la mancanza di sezione ritmica e i suoni delicati delle particolarissime chitarre suonate da Marcello Peghin rendono l'atmosfera estremamente soffusa (notturna, appunto), e questo nasconde e mitiga in parte la complessità dei brani. Qui stanno insieme il pregio e il difetto più grandi del progetto: la verve narrativa innegabile viene un po' penalizzata dall'uniformità timbrica e di atmosfere, anche perché là dove, per esprimersi, questa "tragicità" avrebbe richiesto l'utilizzo di forme creative e ritagliate su misura al singolo brano, la riproposizione della tradizionale struttura a tema-soli penalizza un po' la tensione che altrimenti sarebbe gustosissima. Diciamo così: l'ambizione del progetto, che è la sua grande forza, si è un po' tarpata le ali, il che è la sua grande debolezza.
In definitiva, The Night of the Storytellers risulta gradevolissimo per la virtuosità e le numerosissime idee dei musicisti, nonché per l'ottima intenzione di fondo, la quale però risulta un po' penalizzata nella realizzazione ma che, non dubitiamo, potrà essere riscattata in futuro.
 
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