Riccardo Tesi è sicuramente l'artista di musica popolare o folk che dir si voglia più qualificato e importante d'Italia, poiché riesce sempre a immettere un qualche elemento genialmente innovativo, pur nell'apparente semplicità, in un eloquio felicemente articolato, che ha saldi, indissolubili legami con la tradizione. Il presente album arriva due anni dopo "A sud di Bella ciao", che riprendeva uno spettacolo di grande successo, realizzato con la presenza di una vera all stars a fianco dell'organettista pistoiese. In questo caso, invece, sono con Tesi, come base, due soli musicisti, Vieri Sturlini alla chitarra e Francesco Savoretti alle percussioni, a costituire, insieme al leader, l'"Elastic Trio". In ognuno dei brani, però, si aggiungono, alternandosi, venti altri ospiti, tanto da far diventare il trio, di volta in volta, un quartetto, un sestetto, un settetto e così via. Si segnalano, in particolare le due cantanti coinvolte, Ginevra Di Marco e Giua, capaci di dare slancio e profondità a due delle tracce migliori dell'album,
Ballata di una madre e
Mex Moon. Come non citare, ancora, il contributo espressivo e vitale del clarinetto di Nico Gori in
Santiago e quello coloristico-ambientale dell'oud di Ziad Tablesi in
Couscous e fasol?
Il compositore toscano ha scritto undici pezzi dei dodici presenti nel cd (uno è di Eugenio Bennato), nel periodo del lockdown. Il titolo "La giusta distanza" si riferisce, proprio, dopo la fine della pandemia, alla facoltà di riprendere i rapporti umani, evitando l'isolamento e la chiusura, allo stesso tempo, però, come auspicio, mantenendo un distanziamento sano, tralasciando, cioè, le situazioni invasive e soffocanti.
Il disco ha una omogeneità di fondo, ma detiene tanti aspetti differenti da apprezzare, in modo incondizionato. Si ammirano, in prima battuta, le melodie, calde e affascinanti con un retrogusto malinconico, ben temperato. Gli arrangiamenti, poi, valorizzano l'intervento dei collaboratori esterni, chiamati ad aggiungere rilievi ed aromi, quando non ad apportare peso e sostanza al discorso complessivo. I ritmi, inoltre, tracciano una mappatura sufficientemente esauriente delle passioni dichiarate dal bandleader. Si va dalla ripresa di balli tradizionali, quali il valzer, alle cadenze di un Mediterraneo ardente e solare. Si transita da sonorità e scansioni mediorientali, ad accenti, modulazioni latino-americane. Tutto questo risulta filtrato dalla sensibilità di Tesi, dalla sua forte personalità e dal suo stile riconoscibilissimo. Si ascoltano pochi minuti del disco, infatti, e si capisce subito chi sta suonando e chi è l'autore di quei temi, di quelle armonie.
"La giusta distanza", lo si sarà compreso, in conclusione, è un altro brillante e significativo capitolo nella discografia di Riccardo Tesi. Un musicista stimato da cantautori, folksinger, jazzisti, che lo hanno voluto spesso nelle loro produzioni, ma che, quando si mette in proprio, sa sempre trovare le note giuste, gli arrangiamenti indovinati, per coinvolgere o incantare qualsiasi tipologia di ascoltatore.
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