Finnish Jazz. Recensione. Tiram Num

Pepa Päivinen Quartet - Tiram Num

Silence – SLC 025 – 2005




Pepa Päivinen: sassofoni, flauti

Timo Kämäräinen: chitarra

Ville Huolman: basso

Mikko Hassinen: batteria


Intervista a Pepa Päivinen





Pepa Päivinen propone in Tiram Num una visione particolare del quartetto con sassofono e chitarra. La chitarra viene svincolata, quasi del tutto, da compiti armonici e diventa, a tutti gli effetti, il partner, il contraltare del sassofono.


Le motivazioni di tale modus operandi sono fondamentalmente due: da una parte, c’è una esigenza di continuità – il quartetto era, in origine, un trio guidato dal sassofonista; dall’altra la possibilità di alleggerire i compiti dei diversi strumenti per garantire e permettere uno sviluppo libero di temi e interpretazioni.


In virtù del secondo aspetto, il quartetto di Pepa Päivinen riesce ad inserire e dare una visione coerente ai diversi spunti sonori e alle variegate intenzioni compositive e stilistiche. Nel corso delle otto tracce si intrecciano influenze rock, specialmente in certe risoluzioni ritmiche di chitarra e batteria, e sonorità sperimentali e di avanguardia per dare vita ad una musica energica e frastagliata.


L’impatto sonoro del disco vive sulle folgoranti combinazioni tra la chitarra elettrica di Timo Kämäräinen e i sassofoni utilizzati dal leader. La chitarra di Timo Kämäräinen è visionaria, camaleontica nella scelta dei suoni, aperta a soluzioni disparate e sorprendenti, dall’accompagnamento swing alle frasi eccentriche; la massa sonora, strisciante ed eclettica, della chitarra, si combina con la scelta molteplice dei sassofoni e dei flauti operata da Päivinen, con le tonalità che vanno dal sax baritono al flauto alto. A questo Päivinen aggiunge anche l’utilizzo delle sovraincisioni di più parti di sassofono e flauto, come in Plutoona e in Frans Efraim, i due brevi frammenti presenti nel disco. Una dimensione che evidenzia ancor più come, nella composizione del quartetto e nello sviluppo dei brani, Päivinen e il suo quartetto vivano l’esperienza musicale del quartetto sassofonistico.


Un’altra caratteristica particolare di Tiram Num è nella costruzione, se si vuole, drammaturgica dei brani. La parte centrale di A little bit like..: oppure lo svolgimento di Aquarian sono esempi evidenti di questo modo di agire: il quartetto combina elementi differenti e modi di interpretare come se fossero personaggi di una pièce teatrale. La musica del quartetto si gioca su cambi di luce e di scenario sorprendenti che vengono riassorbiti dalla capacità continua di rimodularsi e riallinearsi alle necessità descrittive ed emozionali del brano. Stacchi repentini e secchi portano da un’atmosfera all’altra: separazioni nette o momenti liberi che i quattro ricompongono in maniere, di volta in volta, differenti.


È un modo di procedere che si fonda sull’atteggiamento proprio dei musicisti: l’intenzione di far convogliare nella musica le diverse influenze si sposa con la possibilità di utilizzare vocabolari sonori e stilistici diversi. Ed è il principio che anima la musica del quartetto di Pepa Päivinen, che viene applicato con continuità sia nella composizione che nelle improvvisazioni.