Simone Zanchini – Better Alone

Simone Zanchini - Better Alone

Silta Records – SR0803 – 2008




Simone Zanchini: fisarmonica acustica, fisarmonica midi, live electronics, laptop




Better alone… meglio solo, accompagnato, semmai, da una strumentazione variegata: alle sonorità della fisarmonica tradizionale, si uniscono la ricerca e lo studio sulle possibilità espressive dell’elettronica suonata dal vivo.


Simone Zanchini presenta in Better Alone la sua performance solitaria, una suite unitaria suddivisa in diciassette movimenti, registrata a Sant’Arcangelo di Romagna nel 2006.


Il tutto parte da un messaggio lasciato per errore da una anziana signora nella segreteria telefonica di Zanchini qualche tempo fa: la signora vorrebbe contattare un’agenzia di pompe funebri per dare appuntamento agli addetti per il giorno seguente, di mattina presto, in cimitero.


La suite si apre con la telefonata originale. La voce della signora punteggia i passaggi e le costruzioni di Zanchini, gli interventi campionati e le citazioni di canzoni e temi celebri: si intreccia una riflessione sulla casualità dell’esistenza attraverso musica, rumori, intermissioni e sorprese. Una griglia fatta di elementi ripetuti, di suoni campionati e acustici: Zanchini improvvisa sia con la fisarmonica che con gli apparati elettronici, modificando e inserendo suoni.


C’è sicuramente una forte componente di ironia, sia negli accostamenti musicali che “testuali”, ma lo sviluppo della storia rivela soprattutto una forte partecipazione nella vicenda, con la voce della signora che ripete, inascoltata, le sue richieste. La riflessione, amara e leggera, sarcastica e attonita, sulle imprevedibili e poco connesse conseguenze delle nostre azioni, anima la suite e lega, in modo indissolubile, la morte e la vita: si intersecano la telefonata con il riso e il pianto di un neonato, si affiancano momenti di libera improvvisazione rumoristica e spazi dedicati allo sviluppo di temi riconoscibili e ritmi ben definiti.


Tutto il concerto crea una situazione scenicamente molto forte e molto emotiva con la presenza sul palco di un omino piccolo e barbuto, immerso tra fisarmoniche e strumentazioni varie, a dirigere le macchine: una narrazione fatta di tagli netti, veri e propri momenti di festa musicale – giocando con la dimensione più popolare della fisarmonica – e sospensioni eteree, come nella parte finale prima del conclusivo “grazie”, ripetuto e molto romagnolo, della telefonata della signora. Il disco registra, ovviamente, solo la parte sonora di uno spettacolo che va visto dal vivo per essere apprezzato nella sua completezza.


Simone Zanchini realizza una sintesi tra sonorità e approcci espressivi: se da una parte si intrecciano, in modo efficace, l’acustica e l’elettronica, le ripetizioni dei loop e gli interventi estemporanei, la performance del fisarmonicista si apre ad una dimensione teatrale sia nel gesto che nella dimensione narrativa. Ne viene fuori un approccio all’improvvisazione aperto a linguaggi provenienti da qualunque direzione e disinvolto nel concretizzarsi in forme diverse e sovrapponibili, come l’aspetto visivo e sonoro.