Martial Solal – Live at the Village Vanguard

Martial Solal - Live at the Village Vanguard

Camjazz – PRM 7814-2 – 2008




Martial Solal: pianoforte




Martial Solal, si sa, è uno dei grandi geni jazzistici che l’Europa intera può vantare. Lontano, come giustamente qualcuno ha fatto notare, dal vasto pubblico, certo per la mancanza di qualsiasi mezzuccio tecnico\esibizionista, Solal si inserisce direttamente nel pianismo jazz, senza risentire (cosa che oggi – e, si badi, non è certo una critica! – va per la maggiore) di influssi eccessivi da parte della musica “colta” europea, o di un’educazione musicale accademica. Solal è cresciuto a pane, Art Tatum e Bud Powell, e si sente benissimo; ma la sua grande sapienza musicale sta nell’essersene poi staccato, intraprendendo anche strade (almeno per quanto riguarda in particolare questo disco) che spesso strizzano l’occhio a una certa libertà formale, ma non aggiunta per “sovraimpressione” a un’originaria matrice bop, ma che invece proprio da questa prende linfa vitale, riassumendo in una volata della mano destra pagine intere di storia del jazz. Tutto questo, naturalmente, lontano da qualsiasi intellettualismo o manierismo di sorta, e anzi attingendo proprio a quella vena jazz pura che (si potrebbe criticare) manca in tanti pianisti moderni, brillanti e incredibili ma sempre più contaminati, com’è d’obbligo (nonché giustissimo!) che sia.


Ecco, Solal in questo disco è tutto quello che abbiamo detto: un grande musicista che ha saputo sublimare la storia del suo genere mantenendolo non puro nella sua chiusura, ma tanto aperto da bastare a se stesso. Naturalmente, i cinquanta minuti di musica che ne scorgano si divorano come fossero cinque, e non fatichiamo a credere al privilegio che lo storico Village Vanguard ha voluto accordargli, di essere il secondo pianista in assoluto ad avere una settimana di concerti al piano solo.