Ernst Reijseger @ Lampi

Foto: Nick Pilla (per gentile concessione Musicamorfosi)





Ernst Reijseger @ Lampi

Monza, Teatro Binario 7 – 30.1.2009

Ernst Reijseger: violoncello, voce


Magistrale performance in solo per il violoncellista olandese all’interno della rassegna “Lampi”, organizzata da MusicaMorfosi al Teatro Binario 7 di Monza. In primo piano, naturalmente, il suo strumento, il violoncello, che Reijseger suona (ma forse sarebbe meglio dire “usa”) in tutti i modi possibili.


Le scuse per stupirsi della sua pirotecnica esibizione sono infinite: si va dalla sovrabbondanza di armonici che riesce a prendere, alla tecnica sopraffina con l’archetto e senza, al vezzo di suonare andando in giro per la sala con lo strumento appeso al collo indagando le possibilità offerte dall’acustica (suonando in un angolo, o con lo strumento sollevato…), oppure ancora suonando il violoncello come se fosse una chitarra (o un basso: lo slap generalmente si usa su quest’ultimo…): Rijseger suona con un entusiasmo incredibile, e riesce a comunicarlo pienamente agli ascoltatori. Al di là comunque dell’impatto visivo difficile da descrivere (davvero alle soglie, per certi versi, con il teatro: e lo diciamo – naturalmente – a titolo di complimento), dal punto di vista più “uditivo” rendono sopraffino l’approccio di Reijseger alla musica la sua capacità creativa e la concezione per grandi spazi aperti della forma musicale: nel concerto di cui stiamo parlando, in particolare, si è trattato di una piccola suite (usiamo il termine anche in riferimento alle composizioni bachiane per questo strumento, delle quali ci è parso si potesse cogliere qualche eco nel corso della serata) di brani più o meno legati tra di loro, una suite circolare in cui l’ultimo e il primo brano si richiamavano molto da vicino. Tutto questo però con un occhio di riguardo all’evitare qualsiasi cliché, e anzi tentando di scavalcare non solo i generi (jazz, classica, blues…) ma le concezioni stesse della musica (tonale, atonale, free, rumoristica…).


Reijseger ha confermato, insomma, la fama che si porta dietro di essere uno degli improvvisatori più estrosi e travolgenti della contemporaneità.