Roberto Bonati – Un sospeso silenzio

Roberto Bonati - Un sospeso silenzio

MM Records – MM43037 – 2007

Roberto Bonati: contrabbasso

Diana Torto: voce

Riccardo Luppi: sax soprano, sax tenore, flauti

Alberto Tacchini: pianoforte

Anthony Moreno: batteria

Claudio Guain: voce narrante



Registrato dal vivo durante l’edizione 2005 di ParmaJazz Frontiere, Un sospeso silenzio è una riflessione sul modo artistico e poetico di Pier Paolo Pasolini. Una realizzazione ampia, fatta di musica, testi e immagini: ai brani composti da Bonati, si aggiungono gli scritti del poeta e altri testi, interpretati dalla voce di Claudio Guain, e, come si evince dalle fotografie del booklet, la proiezione, sullo schermo alle spalle del palco, di scatti e fotogrammi tratti dai film realizzati da Pasolini.


Bonati centra la sua attenzione sulla figura profetica di Pasolini nelle note con cui introduce il lavoro. I testi scelti, sia per la voce narrante che per il canto di Diana Torto, mettono in evidenza il rapporto estremamente conflittuale con la religione e il trasporto per la poesia delle periferie diseredate. Intellettuale lucido e profondo, Pasolini ha messo al centro della propria vita e della propria opera le contraddizioni di una società che si avviava a diventare moderna, una riflessione spesso amara, sempre originale, sempre fuori da quegli schemi tanto avversati da Pasolini e che si sarebbero rivelati, in pochi anni, del tutto inadeguati.


La scelta musicale del contrabbassista si allinea al mondo pasoliniano e si muove in una dimensione aperta, libera da strutture rigide: elementi contemporanei si intrecciano con gli spunti melodici e con la presenza di una voce narrante che riprende in modo sottile il tono, allo stesso tempo composto e affermativo, delicato e roccioso, della scrittura di Pasolini.


Il quintetto si muove, quindi, in un disegno che unisce lo sguardo alle melodie orientaleggianti di Melodia d’aurora, condotta dalla voce di Diana Torto, e l’improvvisazione corale e libera dell’introduzione di Dirge a Pier Paolo Pasolini. Nel flusso continuo di suggestioni, Bonati rivisita anche il canto popolaresco in Bounce Tempo, costruita intorno ai versi dell’omonimo testo pasoliniano, e atmosfere più cupe in Lontane Campane, ribadite anche dalla voce impostata in maniera operistica e dalla ritmica incalzante nel sostenere l’assolo di Luppi al tenore.


L’alternarsi di momenti rarefatti e di forte presenza di insieme viene utilizzata in maniera ancora più strumentale nei brani più lunghi del lavoro – Dirge a Pier Paolo Pasolini, Un sospeso silenzio e Mattutino: si tratta, in pratica, di tre suite attraverso le quali emerge in modo compiuto la direzione musicale del progetto. La musica composta da Bonati si avvale del jazz in una dimensione concettuale e più tipicamente contemporanea, non imbrigliata da riferimenti al jazz della tradizione, ma aperta alla pratica dell’improvvisazione e alla ricerca, in direzioni diverse, di linguaggi da affiancare e aggiungere al proprio bagaglio espressivo. Le atmosfere rarefatte, unite alla libertà e all’improvvisazione corale, individuano in certe esperienze tipiche delle avanguardie europee il punto di fuga scelto dal contrabbassista; ma, come si diceva, il percorso – grazie alla varietà delle atmosfere e ai passaggi affidati alla voce narrante e sottolineati dagli interventi sottili del quintetto – non si spinge mai in vicoli ciechi e, soprattutto, riesce sempre a riavvicinarsi agli stimoli portati dai testi di Pasolini. La sperimentazione è tenuta sotto controllo dal filo conduttore del lavoro e dalle necessità complessive dello spettacolo.