Luigi Bonafede a Le Ginestre

Foto: Maurizio Bucca





Luigi Bonafede: pianoforte

Loris Bertot: contrabbasso

Francesco Sotgiu: batteria

Emanuele Cisi: sassofono


Jazz in Barriera è la rassegna che l’ottimo batterista Alessandro Minetto ha curato all’interno del locale torinese Le Ginestre, annoverando all’interno del palinsesto non solamente alcuni tra i nomi più importanti del panorama jazz piemontese, ma anche alcuni musicisti di livello internazionale presenti in queste serate con formazioni davvero interessanti e spesso inedite.


Piacevolissimo e articolato concerto è stato del quartetto di Luigi Bonafede che ha visto il pianista esibirsi insieme al contrabbasso di Loris Bertot e a un musicista eclettico e straordinario come Francesco Sotgiu, ufficialmente batterista ma con qualche divertente digressione nel dipanarsi dell’esibizione. Come quando si improvvisa violinista – bravissimo – e improvvisa con Bertot un tema in una singolare e lirica situazione di archi all’interno del pezzo.


Un mainstream molto sontuoso e un pianismo leggero e personale da parte di Bonafede sono le caratteristiche di questo concerto, che inizia con due pezzi scritti proprio da Bonafede, segnati da passaggi sapienti, inaspettate note sinfoniche che ricordano ad un ascolto anche non particolarmente documentato le versioni classiche dei brani di Piazzolla, ad esempio, e bellissimi finali. Purtroppo il pubblico in questa serata non è particolarmente educato, urla e staziona in piedi a ridosso del palco: ma in compenso l’atteggiamento in scena dei tre strumentisti è molto curato, quasi teatrale.


Anche nella classica situazione swingante da trio la tensione e la perfetta coesione del gruppo si mantengono ad un livello molto alto. Bertot è sempre molto pacato, lontano, ai limiti della freddezza ma i suoi riff sono precisi e rigorosissimi. Sotgiu ha un drumming esplosivo e coinvolgente anche quando va di spazzole e il piano di Bonafede è davvero scintillante e zeppo di citazioni mai ridondanti. E’ una poesia di note, evocativa, e alcuni pezzi sono magnificamente costruiti, rotondi, con il contrabbasso sempre in primo piano e una batteria frusciante e molto opportuna. Bonafede ha un senso del ritmo davvero trascinante e mani che scorrendo sul piano danno a chi le guarda la perfetta immagine della passione che questo strumentista nutre nei confronti del proprio lavoro.


Il congedo del gruppo dal pubblico implica all’interno dell’esibizione la presenza di Emanuele Cisi. Il sassofonista dona alle composizioni di McCoy Tyner tensione e passaggi grandiosi e Sotgiu è davvero strepitoso. Molti applausi e un ultimo pezzo, che il pubblico riconosce e incoraggia: ‘Round Midnight è una scelta apparentemente scontata che però in questo contesto diviene l’occasione per saggiare la bravura indiscussa dei musicisti, e le sorprese arrivano con il pianoforte davvero meraviglioso di Bonafede. Quartetto assai apprezzato, il basso dietro fa faville. Pezzo entusiasmante che chiude un’altra delle bellissime serate di Jazz in Barriera.