Blue Notes, storie dal taccuino del Jazz

Foto: Andrea Buccella





Blue Notes, storie dal taccuino del Jazz.

Roma, The Place – 29.4.2009

Musica e parole per raccontare il jazz o, meglio, per immergersi nelle note e nelle storie del jazz. Tre set diversi per stampo e sonorità, ma uniti dalla forza del groove delle tre formazioni scelte. Gegé Telesforo, maestro di cerimonie, presenta le formazioni in modo ampio e sceglie episodi dalla enorme enciclopedia degli aneddoti del jazz per introdurre suoni e brani, passaggi storici e personaggi.


Happening multimediale, questa une delle possibili definizioni di Blue Notes… ma del tutto reale, non virtuale. Il senso intimo, e rivelato in maniera evidente, della serata è proprio nella dimensione aperta, nel passaggio della quarta parete, nella ricerca del coinvolgimento del pubblico attraverso soluzioni diverse. Dal racconto alla musica, passando per le immagini di Cool boppin’, i ritratti del nostro Andrea Buccella, esposti in occasione della serata. La risposta del pubblico si fa sentire nel corso delle esibizioni dei gruppi, presente e calorosa durante gli assolo, viene evocata dalla presenza sul palco del conduttore e diventa un dato costante nello svolgimento della serata.


Protagonisti musicali della serata sono stati il trio di Raphael Gualazzi, una versione in quartetto dei Groovinators di Gegé Telesforo e il Quartetto Nazionale: rispettivamente, le tre formazioni hanno ripercorso gli albori del jazz, con il rag-time e con il piano stride del trio di Gualazzi, il bop e il jazz mainstream, con l’ampio excursus storico e sonoro, dei Groovinators, e il jazz-rock con il Quartetto Nazionale.


Il ritmo, come si diceva, a dare le coordinate del percorso. La verve, il virtuosismo e l’intensità del trio di Gualazzi; una miscela ben calibrata tra frasi velocissime, ritmica incalzante e voce del pianista. Una sferzata energica, efficace per sovvertire gli schemi, dopo l’introduzione delle parole di Telesforo e dopo il blues di apertura eseguito in duo voce e pianoforte con il conduttore. Sulla stessa lunghezza d’onda, l’esibizione dei Groovinators: il quartetto – con Amedeo Ariano alla batteria, Dario Deidda al basso e Alfonso Deidda al pianoforte – propone la sua cifra consolidata, in equilibrio tra bop, blues e groove, mettendo maggiormente l’accento in questa circostanza su una dimensione “acustica” e rivolta alla tradizione, senza per questo snaturarsi. La conclusione, affidata alle taglienti linee del quartetto nazionale – senza filtro, come prevede la definizione completa stessa del gruppo. Chitarra elettrica e organo in un dialogo continuo e sempre più incalzante tra Marco Rinalduzzi e Sandro Centofanti, la ritmica, forte e funzionale, costituita da Marco Siniscalco e Marcello Surace.


Le parole, il racconto, le immagini unite alla musica, ovviamente. Happening dalle tante sfaccettature, Blue notes ha offerto una lettura ad ampio raggio, allo stesso tempo giocosa e profonda, della storia del jazz, in una serata dove il concerto si smarca dai soliti rituali per diventare anche intrattenimento e racconto.