Emanuele Cisi – The Age of Numbers

Emanuele Cisi - The Age of Numbers

Auand – AU9016 – 2009



Emanuele Cisi: sax soprano, sax tenore

Roberto Cecchetto: chitarra

Paolo Biasi: basso elettrico

Emanuele Maniscalco: batteria







Era prevedibile, presto o tardi, una collaborazione tra Auand e Emanuele Cisi, ed eccola qui: The Age of Numbers rispecchia la voglia del sassofonista di muoversi in ambiti lontani dal mainstream scontato. Nel disco, naturalmente, a farla da padrone è soprattutto il suono del suo sassofono tenore, ispirato e ispirante, che si muove con grande energia e sentimento attraverso atmosfere contemporanee, a volte in riferimento all’algido jazz nordeuropeo, altre con un chiaro attaccamento alla matrice americana. Per avere un’idea di questo, basti ascoltare la lunga e favolosa – in tutti i sensi della parola – versione al tenore solo di Moonlight in Vermont, unico standard presente nell’album. Per il resto The age of Numbers consta di otto brani autografi del leader, più uno a testa per i comprimari.


Va detto che in tutti questi pezzi a fare soprattutto da spalla a Cisi (senza nulla togliere alla valente e sempre creativa sezione ritmica) è soprattutto la chitarra di Cecchetto: laddove un momento di scarsa ispirazione sembra cogliere qualcuno, subito intervengono le sei corde con un accordo appena accennato o un piccolo frammento melodico a risollevare la situazione: in questo senso, particolarmente riusciti sono (pressoché ovunque) gli intrecci tra Cisi e Cecchetto, anche perché la sezione ritmica è sempre un po’ in secondo piano. Non sia detto negativamente: questo è assolutamente necessario per permettere alle armonie complesse dei brani e alla loro incisività (non raramente anche piuttosto bluesy, come nella conclusiva The Growth a firma di Maniscalco).


Se si vuole, questo può comportare alla lunga un certo aspetto “algido” o freddo dei brani, che comunque scompare con un ascolto attento alle idee dei singoli musicisti.


The Age of Numbers è un disco che ci mostra un Emanuele Cisi nel pieno della sua forma artistica, e che trova nell’etichetta di Marco Valente un perfetto “contenitore” per le proprie idee, che gli permette una ricerca formale preziosa.