Fabrizio Savino Quintet – Metropolitan Prints

Fabrizio Savino Quintet - Metropolitan Prints

Alfaprojects – AFPCD120 – 2009




Fabrizio Savino: chitarra

Luca Aquino: tromba, flicorno, elettronica

Raffaele Casarano: sax contralto, sax soprano, voce, elettronica

Mike Minerva: contrabbasso e basso elettrico

Dario Congedo: batteria, elettronica







37 minuti veloci come un treno costituiscono l’opera prima di Fabrizio Savino, taletuoso musicista pugliese che si dimostra, in questo disco, interessante sia come strumentista che come compositore, dato che sette degli otto brani che compongono Metropolitan Prints portano la sua firma. L’armosfera in cui il disco ci immerge fin dalle prime battute è quella di un raffinato hard-bop con confini labili, anzi labilissimi: è sicuramente la grande tradizione bop che affiora nelle intenzioni, anche se le contaminazioni con musiche contemporanee di varia estrazione non manca mai (ed è questo propriamente, anche, a costituire quell’atmosfera “metropolitana” che fa capolino non solo dietro al titolo del disco, ma anche dietro ai nomi di molti brani).


La musica si fregia in primo luogo della ricchezza della stessa chitarra del leader, sempre precisa e in grado di confezionare assoli ricchi di spunti (per quanto qua e là tenda ad emergere una certa tendenza a riempire di note ogni spazio possibile; ma del resto, il nostro avrà tutto il tempo di arricchirsi di esperienze e di una maturità ben maggiore di quella consentita dai suoi ventotto anni). Altro punto di forza musicale del disco, per quanto tutti i membri del gruppo contribuiscano a creare un’atmosfera uniforme e amalgamata, sono i fiati di Luca Aquino e Raffaele Casarano, che anche grazie all’ausilio di timbri elettronici sempre misurati arricchiscono ogni brano quel tanto che basta da fornirgli la spinta necessaria. Ogni traccia dell’album si configura così come un racconto a se stante, dotato di una propria poetica e unità stilistica: troppo lungo sarebbe rintraccia tutti i possibili riferimenti. Basti qui dire che l’arrivo sul mercato discografico del jazz italiano di Fabrizio Savino non è la scontata riproposizione di elementi stantii, ma una solida costruzione per futuri lavori, discografici o dal vivo che siano.