Slideshow. Helga Plankensteiner

Foto: Fabio Ciminiera










Slideshow. Helga Plankensteiner



Con l’intervista ad Helga Plankensteiner, Guido Michelone presenta Slideshow ai nostri lettori: una ricognizione eseguita puntando l’obiettivo su esperienze particolari del jazz italiano, su musicisti dal percorso ben definito e su alcune sfaccettature meno esposte alla luce dei riflettori. Le interviste di Guido Michelone proporranno una galleria di ritratti, articolata e curiosa, una vera e propria slideshow.



Helga Plankensteiner vive nell’Alto Adige. Suona con la Unit Eleven Jazz Orchestra, con El Porcino Organic e dirige la banda nel progetto Sweet Alps. A suo nome ha inciso: Poetischer Lärm (2002), con Benno Simma e Michael Lösch; Connections, con l’Helga Plankensteiner-Walter Civettini Quintet (2003); Smile (2007) con El Porcino Organic, vale a dire Mauro Ottolini, Paolo Mappa e Michael Lösch. Dal 2008 suona con la Torino Jazz Orchestra, diretta da Gianni Basso, dove ha collaborato con Tom Harrell, Dusko Goykovich e Valery Ponomarev e nel 2009 ha partecipato alla tournée europea della Carla Bley Big Band.



Jazz Convention: Mi racconti il primo ricordo che hai della musica?


Helga Plankensteiner: Cantavo con mia madre in casa delle canzonette molto semplici.



JC: Quali sono i motivi che ti hanno spinto a diventare un musicista jazz?


HP: Ho sentito che si guadagna un sacco di soldi (ride – n.d.r.)… scherzi a parte, sono stata da ragazzina a Londra e ho sentito cantare Sarah Vaughan in un disco stupendo e da lì mi sono innamorata di questa musica bella e piena di energia. Il “virus jazz” non mi ha più lasciato.



JC: Ha ancora un significato oggi la parola jazz?


HP: Non saprei se lo abbia per il pubblico, per me sì, perché associo con il termine jazz certe cose come fraseggio, improvvisazione, energia, contaminazione eccetera; purtroppo in questi tempi tanta musica viene spacciata per jazz perché è diventato un termine trendy. E poi è vero che alla fine decide il pubblico, però sono del parere che si possa musicalmente educarlo.



JC: Cos’è per te il jazz?


HP: Si tratta di una filosofia e un modo di vivere la propria vita.



JC: Come pensi che si evolverà il jazz del presente e il jazz del futuro?


HP: Se sapessi questo… spero che si ritorni al vero obbiettivo del jazz: esprimere la propria personalità, fare la propria musica senza pensare troppo al guadagno economico e rimanere fedeli a se stessi. Ho appena letto un’intervista di Ornette Coleman che mi ha impressionata perché parlava proprio di questo!



JC: Tra i molti dischi che hai fatto ce ne è uno a cui sei particolarmente affezionata?


HP: Bah, è sempre quello che sto facendo per il momento attuale; in questo caso il nuovo disco con il mio gruppo El Porcino Organic e spero sempre che sia il migliore.



JC: Quali sono stati e quali sono i tuoi jazzisti preferiti?


HP: Tanti musicisti mi piacciono. D’acchito in particolare Duke Ellington, Don Ellis, Carla Bley, Dave Douglas, ma la lista è molto più lunga.



JC: Chi sono i tuoi maestri nel sassofono jazz?


HP: Devo ammettere che avrei dovuto ascoltarli molto di più, ma sono cresciuta musicalmente con un pianista, Miki Lösch, che mi ha fatto sentire tanti pianisti e pochi sassofonisti. Però Gerry Mulligan, Charlie Parker, Sonny Stitt, Dexter Gordon, Hank Mobley mi hanno positivamente influenzato sin dall’inizio.



JC: Qual è per te il momento più bello della tua carriera di musicista?


HP: Uno degli episodi più belli era di sicuro il primo concerto con la big band di Carla Bley della tournée che ho fatto l’estate scorsa; è stato a Nizza, in Francia, ed ero molto felice di suonare il baritono con questa orchestra meravigliosa.



JC: Quali sono i musicisti con cui ami collaborare?


HP: Carla Bley e la sua big band è, certo, il mio gruppo preferito, non solo musicalmente, ma soprattutto sul piano umano, perché mi sono trovata subito bene; non c’era mai una situazione di stress..



JC: Parlaci infine dei tuoi imminenti lavori futuri.


HP: Cerco di finire il disco del gruppo “el porcino” e faccio parte di un gruppo femminile internazionale. In più stiamo per mettiamo su di nuovo il gruppo Sweet Alps in cui dirigo e avremo come “special guest” Gianluca Petrella e Matthias Schriefl. Quindi faremo dei concerti con il programma “Heroes” con Steven Bernstein del quale uscirà un disco dal vivo. E poi cerco di portare avanti il mio quintetto col progetto sulla grande pittrice messicana Frida Kahlo, che mi ha ispirato un intero disco!