Characteristic Pitches feat. Robin Eubanks – Multitude

Characteristic Pitches feat. Robin Eubanks - Multitude

Silta Records – SR0906 – 2009




Daniel Rosenthal: tromba

Rick Stone: sax alto

Robin Eubanks: trombone

Lefteris Kordis: pianoforte

Greg Loughman: contrabbasso

Paolo Lattanzi: batteria






Multitudes rispecchia in maniera efficace il proprio nome e porta nei quasi ottanta minuti del lavoro una visione ampia del jazz. Scrittura, attitudine orchestrale senso generale dell’equilibrio: Paolo Lattanzi utilizza molti elementi per costruire le composizioni e gli arrangiamenti degli undici brani e li gestisce con lo sguardo sempre rivolto al risultato di insieme.


Lattanzi opera una sintesi tra stagioni diverse del jazz: lascia entrare nel filo del suo ragionamento swing, blues, spunti liberi, le varie anime del bop, le orchestrazioni, la concettualità di alcuni compositori e l’articolazione della fusion. Uno sguardo post-moderno, se si vuole, dove le tradizioni vengono accolte ed elaborate per costituire la base del ragionamento. Il tutto rivisto con i suoni acustici del sestetto, simile per formazione alla storica line-up dei Jazz Messengers di Art Blakey, aperto per lo spirito dei componenti ad accogliere una “moltitudine” di stimoli diversi.


Il lavoro potrebbe essere anche considerato come una suite unitaria, vista la compattezza del materiale e delle interpretazioni. L’attitudine orchestrale di Lattanzi si diffonde per tutto il disco e diventa una delle chiavi narrative di Multitudes: la disposizione dei musicisti permette alla formazione di essere modulare e di passare in maniera naturale dal linguaggio del combo a quello della piccola orchestra. Le storie musicali dei componenti di Characteristic Pitches e di Robin Eubanks aggiungono all’impasto sonoro accenti diversi, per quanto la musica suonata sia inequivocabilmente jazz, nella sua accezione più condivisa e indiscutibile. L’attenzione all’equilibrio generale è condivisa da tutti i musicisti e questo, in qualche modo, spiega la denominazione collettiva del gruppo.


Il disegno predisposto da Lattanzi ovviamente lascia spazio ai sei musicisti per assolo di buona fattura e, in questo senso, diventa a sua volta uno strumento per il solista di turno: l’esplorazione di ritmi e strutture, il legame con le necessità poste dalla composizione, il rapporto con le dinamiche vanno a fornire stimoli e materiali per le improvvisazioni.