Headless Cat – Blind Tail

Headless Cat - Blind Tail

El Gallo Rojo Records – 314-29 – 2009




Francesco Bigoni: sax tenore

Antonio Borghini: contrabbasso

Federico Scettri: batteria






Povero gatto! Hai voglia a scansare per 54 minuti (la durata del disco) i colpi di mannaia di questi tre “macellai”. E che gli avrai fatto poi? Avranno mica origini vicentine? Scherzi a parte, sono gli autori stessi a definire “mannaia” (“cleaver” in inglese) le sei tracce del cd, tutto materiale composto da improvvisazioni basate su pochi segni, poche convenzioni – che dico “convenzioni”? sto parlando di tre musicisti del tutto allergici alle convenzioni! meglio parlare di “istruzioni” – che servono loro per avere un riferimento su attacchi e arresti, obbligati e cambi di passo. Per il resto tutto è affidato al loro istinto, “felino” proprio come quello dei gatti: grazie ad esso sono capaci di arrampicarsi con gusto sprezzante del pericolo sui tetti di architetture musicali ardite, di saltare da un cornicione all’altro senza protezione, di camminare con incedere sornione ma anche di staccare brusche impennate. Dal primo all’ultimo istante si respira un’aria di incertezza e di febbrile attesa: il trio sembra essere ignaro di quello che succederà di lì a poco, ma è sempre perfettamente e miracolosamente concentrato e partecipe di ciò che sta accadendo, presente ad un hic et nunc che lo porta a inoltrarsi verso sentieri inesplorati e costruire dialoghi tesissimi, in preda all’ebbrezza della scoperta, di misurare le proprie forze, le proprie risorse e la propria creatività, di capire che cosa sarà capace di inventare e assemblare. “La curiosità uccide il gatto”, dice il proverbio: in questo caso semplicemente lo spinge oltre, lo spinge ad aprire le porte dell’improvvisazione e scoprire che dietro ci sono altre porte ancora. I guizzi di Bigoni ed il suo fraseggio ondivago (a volte ubriacante, a volte ipnotico), il drumming nervoso, frastagliato di Scettri ed il pizzicato onnipresente di Borghini sono dunque il grimaldello per scardinare le serrature dei luoghi comuni e abbandonarsi ad una musica libera e senza preconcetti.