Finnish Jazz. Recensioni. Some Kubricks of blood

Kalle Kalima & K-18 - Some Kubricks of blood

TUM Records – TUM CD 022 – 2009




Kalle Kalima: chitarra elettrica, chitarra acustica

Mikko Innanen: sax alto, sax soprano, sax baritono

Teppo Hauta-aho: contrabbasso

Vile Kujala: fisarmonica a quarti di tono




Intervista a Kalle Kalima






Uno strano scherzo del destino ha voluto che il geniale e visionario regista americano Stanley Kubrick venisse a mancare poco prima dell’avvento di quel nuovo millennio che aveva provato ad immaginare nel 1968 con 2001: Odissea nello Spazio. A dieci anni dalla sua scomparsa, avvenuta nel 1999, il chitarrista finlandese Kalle Kalima decide di dedicargli un tributo in musica con questo disco. Kalima sceglie alcuni dei luoghi tratti dai suoi celebri film e prova a tracciarne una immaginaria mappa sonora. La scelta caduta sui musicisti che lo accompagnano è altrettanto riuscita: musicisti come il sassofonista Mikko Innanen e il contrabbassista Teppo Hauta-aho non sono nuovi a questo tipo di sperimentazione. Decisiva per la riuscita dell’allucinato paesaggio sonoro è la presenza, inoltre, di Vile Kujala, musicista provvisto di una sperimentale fisarmonica capace di produrre quarti di tono. L’effetto che ne consegue è l’equivalente sonoro di una pellicola cinematografica che distorce la sua immagine sottoposta ad una fonte di calore. I contorni si fanno incerti, tutto si fa instabile e spesso mancano i punti d’appoggio in questa musica che sembra condurci in stanze dai pavimenti molli. Vi ritroverete a galleggiare in assenza di gravità all’interno della navicella spaziale di 2001 o a perdervi nei lunghi ed inquietanti corridoi dell’Overlook Hotel, condotti da un tipo di ricerca prevalentemente timbrica sugli strumenti che vengono graffiati, fatti stridere e in alcuni casi urlare. Una musica che solo apparentemente sembra voltare le spalle a chi ascolta ma che necessita di un livello di attenzione più profonda per cogliere la sua reale natura narrativa.