Wasabi with Cuong Vu – Closer

Wasabi with Cuong Vu - Closer

Via Veneto Jazz – VVJ 069 – 2010




Alessandro Gwis: piano, laptop, Moog piano system

Lorenzo Feliciati: contrabbasso

Emanuele Smimmo: batteria

Cuong Vu: tromba, elettronica






Cosa sia stato lo spiritual jazz, evocato a filone-guida di questo disco, può richiamarlo il recupero di quel periodo che per noi ha fatto da ponte tra il ’68 e il Movimento, mentre oltreoceano le implicazioni si estendevano dalle lotte per i diritti umani alla più responsabilizzata interfaccia con le radici africane. Una vena dunque impegnata ed insieme esoterica, che il trio romano ha inteso incarnare con il proprio stile, che all’ascolto s’esplicita da subito per la solidità d’impianto e la chiarezza d’emissione, pur svelando palese la legittima e non certo dissimulata filiazione dagli stilemi fusion. La sintesi pertanto è così operata da Alessandro Gwis, anima tastieristica di Aires Tango, Emanuele Smimmo, drummer di spessore nel titolato jazz nostrano, Lorenzo Feliciati, bassista completo e dalla doppia anima rock-jazz e, a completare la formazione, un personaggio che già vanta presenze di rango: certamente più noto per aver militato nel Pat Metheny Group d’inizio decennio, il trombettista vietnamita Cuong Vu ha frequentato alfieri dell’avanguardia pop quali Bowie e Laurie Anderson, spendendosi anche in incisioni personali (tra cui particolarmente vorremmo recuperare quel It’s mostly residual in cui ha coinvolto in insolite modalità un Bill Frisell).


La sicurezza e pienezza di tocco di Gwis, la respirazione plastica della batteria di Smimmo, i giri assertivi del basso di Feliciati dispensano padroneggiate alternanze emotive, dalla conquista della luce per semplici giochi di contrasto (Trum) fino all’introversa e materica Closer, e l’incontro con l’ottone di Vu, capace di disintegrarsi in lunghezza così come di ergersi in calde fiammate, drammatizza e stravolge per emotività la distaccata introduzione al mistero in Langhe Oscure, si lacera nella più acida e metafisica Ancora Autostrade, plasmando infine le incalzanti tensioni metropolitane che innervano la coinvolgente Country girl.


Certo ben valorizzati dalla scultorea ripresa sonora, i protagonisti realizzano un album che, al di là delle scelte stilistiche esposte, non passerà inosservato per fibra espositiva, visione allargata e concretezza.