Omaggio a Gorni Kramer

Foto: Fabio Ciminiera





Omaggio a Gorni Kramer.

Milano, Piccolo Teatro Strehler. 7.12.2010

L’apertura della stagione 2010/11 di Jazz al Piccolo – organizzata dall’Associazione Musica Oggi e dal Piccolo Teatro di Milano – è stata affidata a una rivisitazione corposa e filologica dei brani di Gorni Kramer, una matinée durante la quale la musica di Kramer è stata declinata secondo interpretazioni differenti, dalla big band al coro vocale, dal duo Cerri-Intra al quartetto e, infine, la festa finale di Crapa Pelada.


Il percorso seguito nel concerto è stato introdotto dalle parole di Maurizio Franco. Nei diversi interventi per chiamare sul palco le formazioni e favorire i cambi palco, Franco ha fornito via via le coordinate necessarie a delineare la figura del musicista, del compositore e del jazzista. Conviene senz’altro prendere le mosse dall’importanza della personalità di Kramer nella vicenda musicale e jazzistica italiana. L’amore per lo swing e per i ritmi di “importazione”, la pratica dell’improvvisazione e la flessibilità del pensiero musicale di Kramer si sono sempre unite alla grande capacità di scrivere e sviluppare le melodie e di contestualizzarle nella realtà italiana. Kramer è stato uno dei riferimenti musicali italiani per almeno quattro decenni e la sua produzione unisce in una miscela estremamente particolare immediatezza e spessore, la capacità di disegnare bozzetti completi nell’ambito di una canzone e di respirare negli spazi ampi della commedia musicale. In particolare, Massimo Nunzi, invitato a dirigere la Civica Jazz Band, ha sottolineato come il sodalizio di Kramer con Garinei & Giovannini abbia, di fatto, creato un genere – la commedia musicale, appunto – dove le suggestioni provenienti da oltre oceano vengono intrecciate con le inclinazioni naturali del gusto italiano, dal racconto in musica, discendente dal gusto e dalla tradizione del melodramma, alla poesia, dall’ironia alle canzoni di altissimo livello.


Il repertorio affrontato dalla Civica Jazz Band con i solisti e gli ospiti – Emilio Soana, Roberto Rossi, Giulio Visibelli, Gianni Coscia e Andrea Dulbecco – ha guardato sia ai successi più conclamati che ad alcuni brani meno battuti composti da Kramer. Massimo Nunzi ha potuto utilizzare gli arrangiamenti originali del Maestro, adattandoli alle necessità di un organico del tutto inusuale: alla ritmica formata da chitarra, pianoforte, contrabbasso e batteria, si sono aggiunti i solisti – vibrafono, fisarmonica, tromba, sax e flicorno – una sezione di tromboni, una sezione di archi e i flauti. Il suono sempre pulito, mai ridondante, dell’orchestra ha permesso da una parte ai solisti di esprimersi in maniera rilassata e ben calibrata e, dall’altra, agli spettatori di entrare nelle atmosfere e nella liricità dei brani.


La pulizia della lettura deriva anche da una gestione delle diverse sezioni tesa a non sovrapporre le linee e a non fare necessariamente suonare tutti gli strumenti insieme. La costruzione del brano avviene, così, mediante gli interventi successivi delle diverse voci, in mosaico creato dai vari contributi. La musica di Kramer, pur ponendosi all’inizio del percorso italiano verso il jazz, mantiene ancora oggi intatta la sua modernità, grazie alla grande curiosità e alla qualità intrinseca della scrittura. Non a caso molti brani rivelano la loro appartenenza televisiva e non a caso è la sintesi tra l’esuberanza di una società in via di ristrutturazione e prossima al boom economico e l’essenza lirica e sognante della tradizione del melodramma. Nel disegno dell’orchestra le due “parti” vengono assegnate, rispettivamente, alla sezione dei tromboni e a quella degli archi in un dialogo costante e sempre animato.


Tra le due parti più squisitamente jazzistiche, il Coro da Camera dei Civici Corsi di Jazz ha interpretato tre brani del Maestro, Non so dir ti voglio bene, Pippo non lo sa e Crapa Pelada. Giorgio Ubaldi, direttore del coro, ha ricordato insieme a Maurizio Franco come il coro si fosse già misurato con trasposizioni del materiale krameriano. Sostenuto da una ritmica di allievi dei corsi della Civica, l’ensemble ha offerto una versione sospesa e delicata dei brani.


Con l’arrivo in teatro di Enrico Intra, reduce dalla consegna dell’Ambrogino d’Oro al Teatro Dal Verme, e l’ingresso sul palco di Franco Cerri l’atmosfera si è fatta più raccolta e la presenza del Maestro è stata evocata dai ricordi personali dei due musicisti, aneddoti e episodi della vita musicale condivisa con Kramer. Angolo di cielo, eseguita in duo, e, a seguire, Dove vanno a finire i palloncini e Tomorrow night, con l’ausilio della ritmica formata da Tony Arco e Marco Vaggi, sono stati interpretati in questa parte del concerto con versioni eleganti e liriche, venate di frizzante ironia.


E, per concludere, la grande festa di Crapa Pelada. Tutti sul palco, solisti, Massimo Nunzi alla tromba, ritmica, coro e anche le sezioni chiamate con il pubblico a cantare il ritornello.