Radici Ensemble – Radici

Radici Ensemble - Radici

Dodicilune Dischi – Ed273 – 2010




Chiara Liuzzi: voce

Francesco Ganassin: clarinetti, oggetti

Francesco Saiu: chitarra classica, chitarra acustica

Fabrizio Saiu: percussioni






La melodia come nucleo fondante, un lavoro intenso per colori e accenti. Radici contiene nel nome della formazione – e, di conseguenza, nel titolo del disco – la linea guida del proprio sviluppo.


Un trattamento sonoro essenziale e scarno rende compatto il materiale proveniente da tradizioni popolari diverse. Il quartetto mette al centro il canto, lo spoglia di ogni orpello e intorno a questa linea netta e definita costruisce il proprio mondo espressivo. Gli strumenti seguono con interventi minimi ed estremamente descrittivi il filo narrativo della voce. I canti ripresi e riadattati dalle tradizioni popolari formano l’ossatura di una vera e propria suite: il quartetto ripassa più volte per gli stessi sentieri e la stessa idea di chiamare tutti i brani Radice, distinte solamente dalla numerazione progressiva, accresce maggiormente il senso di unitarietà.


Il suono proposto da Chiara Liuzzi, Francesco Ganassin e dai fratelli Francesco e Fabrizio Saiu mantiene la grana e il sapore di un senso antico e profondo, strettamente connesso con le origini mediterranee ed europee, con la storia secolare delle tradizioni. La dimensione acustica degli strumenti e degli oggetti, le reminiscenze classiche della voce e l’accento neolatino delle lingue utilizzate riportano a visioni che affondano nel medioevo e arrivano fino al diciannovesimo secolo. L’improvvisazione, il dialogo tra i diversi interpreti, la sensibilità generale del lavoro costituiscono, per così dire, il ponte verso l’attualità del lavoro. Un’improvvisazione fatta di accostamenti timbrici e di melodie: le frasi seguono in maniera precisa il filo tracciato dal canto e il lessico utilizzato dai quattro attinge a tutte le suggestioni fin qui citate. Soprattutto anche in questo caso, il lavoro volge a togliere, a rendere rarefatte le atmosfere.


Pur essendo un disco non facile, Radici non è ostico, non allontana l’ascoltatore: lo si potrebbe definire una delicata favola in musica, in cui si ritrovano libertà espressiva e suoni del passato, anche remoto, la sperimentazione minimalista e il senso del racconto musicale.