Paolo Sorge – Tetraktys

Paolo Sorge - Tetraktys

Improvvisatore Involontario – 0018 – 2010




Paolo Sorge: chitarra elettrica

Giancarlo Mazzù: chitarra elettrica

Fabrizio Licciardello: chitarra elettrica

Enrico Cassia: chitarra elettrica






Quartetto di chitarre elettriche, come recita il sottotitolo: Paolo Sorge compie un’impresa musicale difficile da rendere secondo schemi consueti. In pratica, Tetraktys rappresenta il punto di incontro tra tensioni ed intenzioni diverse: scrittura ed estro improvvisativo, la forma rigidamente classica del quartetto d’archi e le evoluzioni del suono elettrico della chitarra, la convergenza delle quattro voci verso un’espressione unitaria e, viceversa, l’esplosione della linea melodica e narrativa nei tanti risvolti possibili e raggiungibili dai quattro strumenti.


Le figure geometriche e i quadrati magici disseminati all’interno del booklet lasciano pensare all’intenzione di espandere gli aspetti “filosofici” del discorso. Tetraktys è, se si vuole, una meditazione in musica, soprattutto nei momenti liberi, pensati in maniera non aggressiva quanto con un gioco di interazioni slegate dalle categorie musicali abituali.


La musica proposta da Sorge si muove in tante direzioni e manifesta una forte alternanza di momenti descrittivi e di passaggi più aperti, affidati all’accostamento di timbri, alle suggestioni più fluide e libere dei quattro chitarristi. La stratificazione delle quattro linee ben individuabili nello spettro sonoro proveniente dalle casse – ed esplicitato nel libretto – avvolge l’ascoltatore e lo conduce in maniera costante nel corso del disco: il flusso musicale diventa il riferimento principale per tracce dal minutaggio importante – tutte sopra i cinque minuti, alcune oltre i dieci – e per la gestione del lavoro. Un obiettivo perseguito sia attraverso la scrittura che l’atteggiamento dei quattro. La meditazione, per tornare alla metafora usata prima, viene preparata con una disposizione di elementi in grado di stimolare ma anche di accogliere gli spunti provenienti dal dialogo. Temi e improvvisazioni seguono, va da sé, un percorso non canonica e non si pongono confini linguistici: il recupero della dimensione classica, suggerito da Sorge nelle note di copertina, e molte inflessioni tradizionali e popolari ampliano l’ambito del discorso musicale. Allo stesso modo l’esplorazione della dimensione elettrica, con tutto ciò che comporta al suono e all’approccio strumentale, diventano ulteriori chiavi di esecuzione a disposizione del quartetto.


Certamente Tetraktys non è un disco facile, ma riesce a smarcarsi dalla sperimentazione fine a sé stessa e ad offrire una prospettiva, diversa e possibile, alla chitarra mediante una formazione e una direzione musicale al di fuori delle abitudini consolidate.