Girardi/Recchia/Senni/Burk – Spinoza

Girardi/Recchia/Senni/Burk - Spinoza

Improvvisatore Involontario – II0025 – 2011





Davide Recchia: chitarra

Greg Burk: pianoforte, glockenspiel

Stefano Senni: contrabbasso

Alberto Girardi: batteria, percussioni

Davide Poggi: readings





Chissà cosa avrebbe pensato Baruch de Spinoza nell’immaginare che, tre secoli e mezzo dopo la sua morte, un quartetto di musicisti dediti all’improvvisazione creativa, coadiuvato da un filosofo-lettore, si sarebbe cimentato in un’operazione legata in maniera cosi trasversale al suo pensiero.


Per quanto riguarda la relazione tra la visione del filosofo olandese e il jazz, si rimanda al saggio di Davide Poggi, inserito nelle note di copertina e allegato in fondo al testo, a disposizione per il download. In particolare, vale la pena di soffermarsi sulla chiave individuata da Poggi come legame: la compresenza delle istanze apparentemente contraddittorie e dissonanti, afferma il filosofo, e nella filosofia di Spinoza e nella musica jazz, a maggior ragione in quella di improvvisazione creativa e radicale.


Davide Recchia, Greg Burk, Stefano Senni e Alberto Girardi portano all’interno del cd, pubblicato per Improvvisatore Involontario, una prova davvero interessante. Musica radicale, libera spesso da vincoli armonici e compositivi, capace però di accogliere e mantiene in maniera salda il senso della melodia, i riferimenti storici e linguistici al jazz, al blues e alla musica contemporanea.


La musica suonata dal quartetto si pone naturalmente come un flusso sonoro compatto, sicuro nel suo incedere anche nelle sezioni dalle dinamiche più contenute, capace di distendersi con misura ed equilibrio nei passaggi più corposi, facendo ricorso a ripetizioni ossessive, a dialoghi consonanti e dissonanti, a una capacità di dialogo tra i quattro e a una buona regia nella disposizione dei vari momenti.


Il disco scorre con sicurezza, come si diceva prima, ed è punteggiato dalle letture di Poggi e da alcuni momenti in solo o da passaggi di stampo quasi “teatrale”, come il battito delle mani nella parte finale di Virtù e ragione. Senza escludersi la possibilità di inserire sezioni suonate in maniera relativamente canonica o dall’andamento lineare, il quartetto sceglie di muoversi libero da vincoli precostituiti – siano essi di natura strutturale, formale, compositivi, armonica – prestando attenzione alle combinazioni di elementi dissonanti, alle sorprese e agli accostamenti meno consueti, da una parte, e al dialogo tra le linee dei diversi strumenti per rilanciare e alimentare il flusso sonoro proposto all’ascoltatore.



Il libretto del CD con il breve saggio di Davide Poggi in inglese e in italiano.