Di Battista & Plasmati Open Quartet special guest Bob Bonisolo @ FBJazz 2012

Foto: Fabio Ciminiera






Di Battista & Plasmati Open Quartet special guest Bob Bonisolo @ FBJazz 2012.

FBJazz 2012, San Giovanni Teatino – 6.8.2012.

Marco Di Battista: pianoforte

Dino Plasmati: chitarra

Marco Di Marzio: contrabbasso

Marcello Nisi: batteria

Robert Bonisolo: sassofoni


L’architettura delle formazioni è una dei fondamenti su cui si basa il jazz. La scelta da parte del leader dei musicisti ai quali far eseguire il repertorio è altrettanto importante della scelta del repertorio, della scrittura dei brani originali e degli standard e dei temi provenienti da altri contesti. L’alchimia da creare tra i vari tasselli di una band deve svilupparsi in maniera naturale per far girare al meglio le cose e dare fluidità al lavoro necessario per dare vita alla musica. La formazione a doppia guida aggiunge a questo la ricerca del necessario equilibrio tra le motivazioni e le intenzioni dei due leader.


L’incontro tra Dino Plasmati e Marco Di Battista è una delle combinazioni più alchemiche che abbia sinceramente visto in questi anni. Il fatto di conoscere bene di entrambi il lato umano, oltre che gli aspetti musicali, rende manifesta la naturale coincidenza di intenti del chitarrista e del pianista. Il percorso disegnato da Di Battista e Plasmati contiene una precisa direzione estetica: vale a dire l’idea che il jazz possa evolvere e venire incontro a nuove possibilità con i materiali sonori, i linguaggi e i meccanismi della tradizione. Strutture articolate e profondamente lavorate vanno a porsi al servizio di melodie spigolose per quanto cantabili: entrambi nel proprio lavoro perseguono una visione simile e nell’incontro le due espressioni si compenetrano in maniera radicale. La scelta di “condividere” la ritmica, chiamando per la ritmica musicisti abituati a loro volta a collaborare con l’uno e l’altro leader, rende ancora più totale l’idea della vicinanza dei due.


Nel concerto tenuto a FBJazz 2012, la scelta di ampliare la formazione ai sassofoni di Bob Bonisolo aggiunge una voce capace di interpretare con precisione e personalità i temi e, soprattutto, permette al dialogo tra i due leader e al gioco di rimbalzo delle rispettive composizioni di evitare il rischio eventuale di una chiusura autoreferenziale, tra compiacimento e timore di muovere le pedine per smarrire l’equilibrio raggiunto. Bonisolo riesce a entrare nel meccanismo e ad inserire una prospettiva diversa, personale quanto rispettosa della griglia posta .


E così l’interpretazione di Here’s that rainy day di Burke & Van Heusen apre un concerto che si snoda attraverso la combinazione filante dei temi originali di Plasmati e Di Battista, alimentati dal supporto presente di Marco Di Marzio e Antonio Nisi e ampliati dalle improvvisazioni dei solisti con l’obiettivo ben centrato di andare oltre la routine tema-assolo: piccoli special eseguiti all’unisono, code e finali aperti ad ulteriori interpretazioni, interplay e ricerca reciproca del confronto sul palco, fanno coesistere abitudini e nuovi spunti portati dall’incontro.


Si torna così al discorso di partenza. La costruzione di un gruppo è un’alchimia particolare e sfuggente e l’incontro tra Di Battista e Plasmati risolve con equilibrio grazia al comune punto di partenza e alla voglia di dialogo dei due leader e dei musicisti coinvolti.