Orchestra Jazz del Mediterraneo & Maurizio Giammarco – Vie di fuga

Orchestra Jazz del Mediterraneo & Maurizio Giammarco - Vie di fuga

Anaglyphos Records – CD NTA08 – 2012




Maurizio Giammarco: sassofoni

Giovanni Nicosia, Salvo Riolo, Giuseppe Privitera, Giovanni Morello: tromba

Camillo Pavone, Roberto Rossi, Giuseppe Consiglio, Antonio Caldarella: trombone

Orazio Maugeri: sax alto, sax soprano

Marco Caruso: sax alto

Rino Cirinnà: sax tenore

Gaetano Cristoforo: sax tenore, clarinetto basso

Carlo Cattano: sax baritono, flauto

Sebi Burgio: pianoforte

Alberto Fidone: contrabbasso

Giuseppe Tringali: batteria






La rilettura di pagine della musica classica in jazz non è più una sorpresa, una novità o, cambiando prospettiva, un sacrilegio. L’operazione promossa dall’Orchestra Jazz del Mediterraneo si pone in maniera matura rispetto al materiale e alle necessità dell’interpretazione: sulla copertina si può già leggere che la musica proposta sono elaborazioni da Johann Sebastian Bach in un’ottica aperta e costruttiva, come lascia intendere l’altro sottotitolo Bach Open Project. E, sempre in copertina, la dicitura “Musiche di Bach-Giammarco” rende ulteriormente chiaro che si tratta di un progetto dove la riscrittura secondo canoni jazzistici del materiale di partenza non viene fatta in modo subordinato all’originale ma le intenzioni compositive del sassofonista e, come vedremo poi, la pratica jazzistica dei musicisti coinvolti si pongono su un piano paritario e fondante per il lavoro stesso.


In pratica, l’idea è quella di usare Bach e alcune sue composizioni come punto di partenza per la concezione di un materiale utile per una big band strutturata in maniera canonica. E se Trio Sonata Jazz Adventures Part I riprende con attenzione il tema e le modalità espressive dell’originale bachiano con il canto a più voci e si sgancia da una ritmica swing o, più in generale, riconducibile al jazz, al contrario sono diversi i passaggi in cui la penna di Giammarco traccia in maniera personale situazioni e scenari. Se si vuole, l’operazione può essere comparabile a quelle ristrutturazioni architettoniche che circondano in maniera visibile con elementi estremamente moderni le parti recuperate e marcano il confronto tra i due modi espressivi.


Sul binario delle composizioni di Bach, Mauriizo Giammarco guida l’Orchestra Jazz del Mediterraneo attraverso diverse possibilità: la scrittura per orchestra abbraccia la coralità a più voci affidando le varie linee alle sezioni della big band; una gestione matura e consolidata della formazione ampia da parte del sassofonista; il confronto tra Bach e i maestri del jazz attraverso una serie di spunti lasciati a disposizione dei solisti per le improvvisazioni; la capacità degli stessi solisti di applicarsi sia nella lettura dello spartito che nel mantenersi fedeli nel corso degli assolo alle direttrici tracciate.


E il portato jazzistico dei singoli componenti dell’orchestra vede olite a Maurizio Giammarco una presenza importante come Roberto Rossi al trombone, ma anche il trio Urban Fabula al completo – vale a dire Sebi Burgio, Alberto Fidone e Giuseppe Tringali – a formare la sezione ritmica e molti jazzisti della scena siciliana come Orazio Maugeri, Rino Cirinnà, Gaetano Cristoforo, Carlo Cattano e i tanti altri che siedono nei banchi della formazione.


Una formazione solida nel suo complesso e capace di gestire in maniera efficace l’incontro tra jazz e mondo classico negli assolo. Se Bach Gigabytes mette in evidenza questo aspetto in maniera più spettacolare e manifesta nel piano solo di Sebi Burgio, la maggior parte delle scelte dei solisti tiene conto con naturale predisposizione il binario tracciato dal direttore e le varie possibilità elencate in precedenza.


La conclusione disegnata nelle ultime note di Trio Sonata Jazz Adventures Part IV in puro stile bachiano completa il discorso aperto in Regium Waltz con la citazione di Giant steps a scorrere come voce in contrappunto alla melodia principale: otto tracce per un dialogo continuo tra mondi diversi, realizzato con pacatezza e con l’intenzione di far coesistere le varie peculiarità tenendo fede alle rispettive specifiche.