JAZU: Jazz from Japan. Recensioni. May Inoue – First Train

May Inoue - First Train

EMI Japan – TOCJ – 68094 – 2011




May Inoue: chitarra

Takahiro Izumikawa: pianoforte, Rhodes

Shunya Wakai: contrabbasso

Yuto Maseki: batteria

Akemi Ohta: flauto

Yuiga Hayakawa: sax contralto

Koki Matsui: sax contralto







Ha ricevuto parole di stima dallo stesso Kazumi Watanabe, una leggenda della chitarra jazz e fusion in Giappone, e questo suo disco d’esordio, pubblicato l’anno scorso, si è subito aggiudicato il premio come miglior disco dell’anno da Jazz Japan, il più importante magazine specializzato del Sol Levante.


Traguardi importanti tagliati relativamente presto se consideriamo che il chitarrista May Inoue ha poco più di vent’anni ed ha iniziato a suonare lo strumento solo una manciata di anni fa.


Dopo aver iniziato il suo percorso musicale con lo studio del pianoforte ed essere passato alla batteria, in seguito abbandonata per dedicarsi agli studi, strimpellando distrattamente una vecchia chitarra appartenuta a suo fratello maggiore, il giovane musicista scopre in essa il proprio strumento d’elezione, il veicolo espressivo che stava cercando.


Inizialmente affascinato dal rock e dai Led Zeppelin di Jimmy Page, uno dei suoi primi idoli chitarristici, riceve la sua rivelazione musicale recandosi al Blue Note di Tokyo per assistere ad un concerto di Mike Stern. In quella occasione scopre tutto un universo nuovo di suoni e colori che lo spinge a dedicarsi definitivamente al jazz.


In seguito a questa scoperta inizia ad ascoltare qualsiasi cosa fosse etichettata come “jazz” e a studiare instancabilmente la chitarra.


In breve tempo inaugura la sua attività concertistica nei jazz club di Tokyo ritrovandosi a collaborare con alcuni dei grandi nomi della scena jazzistica giapponese.


Questo disco d’esordio offre ora un’occasione proficua per tracciare un ritratto musicale di questo brillante musicista.


Il disco si apre con First Train, una energica title track a tempo sostenuto che subito rivela il fraseggio fluido e incontenibile di Inoue, un flusso musicale che però sa dare giusta importanza alle pause e all’aspetto melodico, elementi altrettanto rilevanti nello stile del chitarrista.


Hawk’s Eye è un lungo brano di ispirazione methenyana che mette in luce le già notevoli capacità compositive di Inoue: uno sviluppo melodico e metrico mirante ad un’idea di narrazione musicale, alternanza di atmosfere e stili differenti ed una tecnica mai fine a se stessa, ma strettamente connessa all’espressività e alla forma musicale d’insieme.


Alla luce di questo, la sua Village sembra raccontare in musica le fasi del giorno di una piccola comunità. Risveglio del capo villaggio: una quieta intro per sola chitarra del giovane leader; l’incontro con gli abitanti, rappresentato dal successivo ingresso degli altri membri della band; la fase di maggiore attività lavorativa, che si rivela in un serrato dialogo con il sax di Yuiga Hayakawa; fino al più rilassato termine del giorno, espresso dallo stesso sereno movimento chitarristico con il quale il brano aveva esordito.


Nel disco trovano posto anche omaggi agli idoli musicali di Inoue, attraverso l’esecuzione di cover arricchite da inedite soluzioni ritmico-armoniche che sempre rendono stimolanti le loro rivisitazioni: tra esse, una seducente versione di Tell me a Bed Time Story di Hancock, resa intrigante da un metro più rilassato rispetto all’originale, ed una onirica esecuzione di Diamond Dust di Jeff Beck.


Su tutte, per resa sonora e scelta d’arrangiamento, troviamo Kashmir, capolavoro dei Led Zeppelin, che qui vede rafforzato il già forte sapore orientale dell’originale con l’aggiunta del flauto di Akemi Ohta.


Anche originali più “easy listening”, come Ganeze o Relaxin, risultano comunque ispirati, grazie allo squisito gusto improvvisativo di Inoue che fa il paio con la sua straordinaria conoscenza armonica.


Quest’ultima è evidente nella bellissima intro solitaria di Darn That Dream o nella struggente chiusura offerta dalla claptoniana Change the World, due minuti che racchiudono in sé tutte le future potenzialità musicali di May Inoue.