Slideshow. Alessandro Sacha Caiani

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Slideshow. Alessandro Sacha Caiani.


Jazz Convention: Così, a bruciapelo chi è Alessandro Sacha Caiani?


Alessandro Sacha Caiani: Un musicista sognatore…



JC: Mi parli del tuo nuovo disco?


ASC: Die Kupplung Lassen è il mio secondo lavoro da “leader”, dopo Effetto Ludico basato completamente sull’improvvisazione volevo far conoscere un’altra parte di me, presentando una serie di brani di mia composizione in cui ho composto temi e curato arrangiamenti anche molto complessi e difficili da sviluppare al di fuori dalla scrittura. Il titolo del disco coincide con il nome del gruppo che nasce da un brano molto complesso nella scrittura Die Kupplung Lassen che significa “mollare la frizione”, provare a vincere l’attrito, che nasce proprio da un tipo di composizione asimettrica, articolata, complessa.



JC: Ti va di raccontare nel dettaglio com’è fatto l’album?


ASC: I brani sono sette, più una traccia improvvisata messa alla fine un po’ come una ghost track. Iles e Cremona sono i brani più lirici, dedicati alla mia compagna Ileana e al mio periodo vissuto a Cremona, quando studiavo all’Università di Musicologia. Gli altri brani hanno un carattere ritmico più pronunciato e sono influenzati dal metodo compositivo dell’ MBASE di Steve Coleman per quello che riguarda la scrittura di basso e batteria e della musica contemporanea, ma con un’interpretazione molto personale. Il tutto è stato possibile grazie ai fantastici musicisti coinvolti Silvia Bolognesi al contrabbasso , Andrea Melani alla batteria e Achille Succi, con i quali non è retorico dire che c’è prima di tutto un grande rapporto di affetto e amicizia nata ormai 5 anni fa, e fatta di prove, difficoltà, viaggi, e risate.



JC: Mi sveli ora il primo ricordo che hai della musica?


ASC: I dischi che mio papà Achille metteva la sera prima di andare a dormire, una vastissima collezione di musica classica, pianisti, musica sinfonica,da camera, musica corale.



JC: Quali sono i motivi che ti hanno spinto a diventare un musicista jazz?


ASC: La curiosità, la voglia di suonare improvvisando come facevano i grandi maestri ascoltati ai concerti o nei dischi, il fascino del linguaggio jazz!



JC: E in particolare un sassofonista jazz?


ASC: Ho iniziato come pianista classico, per poi cercare di avvicinarmi al jazz, poi un giorno mio papà e mia sorella Katia mi hanno regalato un sax tenore e me ne sono innamorato.



JC: Ma cos’è per te il jazz?


ASC: Un mondo dove è possibile e inevitabile essere se stessi.



JC: Quali sono le idee, i concetti o i sentimenti che associ alla musica jazz?


ASC: Modernità, liberta, improvvisazione , pulsazione, catarsi.



JC: Tra i brani che hai fatto o suonato ce ne è uno a cui sei particolarmente affezionato?


ASC: Direi “A storm” di Effetto Ludico, “Pinta” di Die Kupllung Lassen e tra gli standard “You don’t know what love is”.



JC: E tra i dischi che hai ascoltato quale porteresti sull’isola deserta?


ASC: Penso Nu Blaxploitation di Don Byron.



JC: Quali sono stati i tuoi maestri nella musica, nella cultura, nella vita?


ASC: Nella musica tanti insegnanti di pianoforte, poi per il sax e il jazz Biagio Coppa, nella cultura e nella vita sicuramente i miei genitori, mia sorella, gli amici più importanti e tutte le persone che incontro.



JC: E i sassofonisti che ti hanno maggiormente influenzato?


ASC: In ordine sparso Dave Liebman, Michael Brecker, Coleman Hawkins, Dexter Gordon, Sonny Rollins, Don Byron, Steve Coleman, Gary Thomas, Steve Lacy. John Coltrane…



JC: Qual è per te il momento più bello della tua carriera di musicista?


ASC: Quello in cui dopo tanti concerti registri su disco un tuo progetto.



JC: Quali sono i musicisti con cui ami collaborare?


ASC: Suono con musicisti con cui ho anche un ottimo rapporto come Gabriele Orsi, Davide Merlino, Achille Succi, Andrea Melani, Cristiano Calcagnile, Xabier Iriondo, Biagio Coppa, Giovanni Gilioli, Marco Rizzini e soprattutto Silvia Bolognesi, che per me è una figura importantissima, sono legatissimo a lei ha ascoltato e apprezzato i miei progetti e le mie musiche, ma soprattutto ha ascoltato me. Sono rapito dal suo modo coinvolgente di suonare in ogni repertorio e formazione in ogni suo concerto vedo proprio la musica



JC: Come vedi la situazione della musica in Italia?


ASC: Drammatica in termini di possibilità, questo poi si ripercuote anche sulle proposte, spesso nascono tantissimi progetti che noi musicisti creiamo per trovare uno spazio per esprimerci, ed è difficilissimo se non impossibile dar loro poi un seguito!



JC: E più in generale della cultura in Italia?


ASC: Penso che il problema sia proprio questo non vedo interesse nell’investire in cultura, esistono delle realtà isolate, sono veramente poche.



JC: Cosa stai progettando a livello musicale per l’immediato futuro?


ASC: Entro l’anno uscirà un cd di una nuova formazione “Free Trio” con Achille Succi e Davide Merlino e del mio duo con Gabriele Orsi alla chitarra e un trio sempre con Gabriele e con Marco Rizzini, Il sogno poi è prossimamente di poter suonare e registrare anche con Cristina Zavalloni una musicista straordinaria che ammiro tantissimo.