JAZU: Jazz from Japan. Recensioni. OMD. Chamber Music

JAZU: Jazz from Japan. Recensioni. OMD. Chamber Music

DLC – 14 – 2017




Iwao Masuhara: contrabbasso

Mamoru Ishida: pianoforte

Hikari Ichihara: tromba






OMD è un drumless trio di recente formazione i cui inizi e scelta del nome ci vengono spiegati dallo stesso leader e contrabbassista Iwao Masuhara sul suo sito personale.


«Avevo da poco sciolto il mio gruppo precedente ed ero alla ricerca di qualcosa con il quale esprimermi al meglio. Fui invitato a suonare e volevo provare almeno per una volta una formazione drumless, con uno strumento a fiato. Scelsi Ishida Mamoru al piano e Hikari Ichihara alla tromba. Non avevamo avuto molte occasioni di suonare insieme, ma pensai che valesse la pena provarci. Quella session mostrò molte possibilità, così decisi di mettere insieme questo trio. Scelsi il nome OMD, che è l’acronimo di “One More Drink” (ancora un altro drink) perchè volevo trasmettere questa idea: quando siamo seduti al bancone di un bar e chiediamo un altro drink, non intendiamo semplicemente bere qualcosa in più, ma trasferiamo l’idea che desideriamo trascorrere ancora del tempo in quel posto, che quell’ambiente ci piace, che l’atmosfera creata dal barman e dagli altri avventori è piacevole. In questo modo si crea in noi un senso di attesa che lascia presagire che restando ancora in quel posto potrebbe succedere qualcosa di piacevole. Il drink, quindi, non diventa nient’altro che un pretesto. Creare attraverso la musica quella stessa piacevole atmosfera e quel senso di attesa è tra gli obiettivi di questo gruppo.»


Per aprire l’album Masuhara sceglie uno standard frequentato da pochi e reso celebre nel 1950 dal cantante e attore italo-americano Mario Lanza nel film Toast of New Orleans, Be My Love. «Sembra un brano tratto da un’opera italiana per questo a me e alla Ichihara, entrambi amanti dell’Italia, piace molto», afferma Masuhara nelle note di copertina. Il trio affronta il brano con trasporto e romanticismo mettendo subito in mostra le qualità dei suoi membri.


Segue Indigo Blue, un originale in forma blues scritto da Masuhara, che prende il via da un trascinante tema in stile bebop offrendo l’occasione di un vivace scambio tra tromba e pianoforte in cui è percepibile il piacere ludico tra i due musicisti, il tutto mentre Masuhara tiene acceso il motore ritmico dell’esecuzione per poi concedersi un solo finale all’altezza dei suoi partner in termini di “blues feeling” e profondità espressiva, elementi indicativi del suo passato apprendistato artistico.


Nato nella prefettura di Osaka e cresciuto musicalmente attraverso le molteplici influenze stilistiche del jazz, il leader Iwao Masuhara ha iniziato ad esibirsi come leader di gruppi propri o nelle vesti di sideman nei locali della zona passando anche da esperienze di studio a New York, dove ha approfondito sia la musica classica che il jazz. In seguito, ripresa l’attività nel suo paese, Masuhara ha avuto la possibilità di ritrovarsi fianco a fianco con importanti musicisti americani di passaggio in Giappone, tra i quali Phil Woods, Barry Harris e Lewis Nash, e dar vita ad un prolifico e vitale quintetto denominato “What’s Up?”. È proprio dal repertorio di questa band, ormai non più attiva, che viene la sua That’s Not Coll At All dove il contrabbassista si produce in un lungo assolo nel quale sembra voler racchiudere tutta l’esperienza e il suo peculiare senso dello swing, lasciando spazio sul finale all’interessante pianismo di Ishida. Provvisto di uno stile secco e deciso, ricco di guizzi improvvisativi e accenti cristallini, nella successiva Too Shy to Say, rivistazione di un vecchio successo di Stevie Wonder, Ishida ci rende partecipi del suo modo personale che ha di girare attorno al tema, avvicinandosi e allontanandosene come in una sorta di danza di corteggiamento, regalandoci uno dei soli più intensi dell’album. E forse è proprio il lirismo il trait d’union che tiene insieme i membri di questo trio, a cui giustamente Masuhara ha pensato di associare quell’idea di “musica da camera” citata nel titolo del disco.


Dal canto suo lo stile trombettistico della Ichihara si delinea sempre più ad ogni nuova prova discografica, mettendo il evidenza quel caratteristico suono soffiato con il quale inanella rapide note intente a farsi strada tra le armonie dei brani, evitando soluzioni banali, impreziosito dalla spiccata qualità vocale che si palesa nelle sue improvvisazioni. Proseguendo, vecchi standard come The Touch of Your Lips di Ray Noble offrono sempre il migliore banco di prova per vedere i tre unire le proprie forze e dar vita ad un risultato accattivante nell’esecuzione ed elegante nella forma.


Masuhara è un contrabbassista dal groove serrato, ma che sa essere leggero e melodico al momento giusto come dimostra in dirittura d’arrivo la sua Hope for Pyotr, sicuramente l’originale più interessante uscito dalla penna del leader, che qui decide di tributare il grande compositore Pyotr Ilyich Tchaikovsky, rilanciando l’idea di musica da camera del titolo attraverso una composizione che sa raggiungere la massima vetta di lirismo dell’album. Il tema introdotto con l’archetto da Masuhara convoglia un sapore malinconico da romanticismo europeo ad un brano nato quasi per caso, ottimamente supportato dai suoi partner: «Ho scritto questa composizione nel 2009, ma ho deciso di registrarla solo ora. Un giorno, mentre alle luci dell’alba ero ancora infilato nel mio futon (N.d.T. tipico materasso della tradizione giapponese, solitamente adagiato sul pavimento) improvvisamente mi è arrivata in testa questa melodia. Con lo stesso trasporto con la quale era giunta a me, sono poi corso a sedermi al pianoforte e di getto l’ho messa per iscritto.»


L’esposizione del tema suonato sul finale all’unisono da Masuhara e la Ichihara, così come era successo a chiusura del primo brano, completa il cerchio di un lavoro che nell’ambito di un ottimo mainstream jazz sa regalarci piacevoli ed intensi momenti d’ascolto offertoci da musicisti validi e ispirati al termine del quale non ci resta che versarci un altro drink e ricominciare l’ascolto.



Link di riferimento:

Chamber Music’ teaser www.youtube.com/watch?v=-HDIeicsIfc

OMD website http://music.geocities.jp/m_is_real/omd