Gonzalo Rubalcaba @ Barezzi Festival

Foto: dal sito TEMA: theeuropeanmusicagency.com









Gonzalo Rubalcaba @ Barezzi Festival

Busseto, Teatro Verdi – 15.11.2017

Gonzalo Rubalcaba: pianoforte

Partiamo dal finale, quando il pubblico ha tributato lunghi convinti applausi al pianista cubano, dopo un’ora e mezza circa di esibizione in solo. Tutti i presenti, compresi alcuni jazzisti, sono rimasti stupefatti dell’abilità tecnica di Rubalcaba, dal sapiente uso di entrambe le mani, dalla capacità di proporre, a getto continuo, idee e situazioni nuove; ritmi latini, echi classici e di standard jazzistici, spanish tinge e momenti di oscure densità sonore. Il tutto senza un momento di cedimento, di noia, di calo di tensione. Nel suo pianismo si avvertono profumi di ogni tempo dal ragtime a Bill Evans e oltre. Le sue origini latine non lo portano mai nei territori di certa fusion scontata Qualcuno ha avanzato il dubbio che il pupillo del grande Charlie Haden abbia, in effetti, anche un po’ gigioneggiato, e che a una tavolozza di colori musicali tanto ricca, sfavillante, incantatrice non corrispondesse sempre un linguaggio musicale autonomo e distintivo. Quel qualcuno si diceva incantato, ma non commosso, dalla sua esibizione.


In effetti, Rubalcaba è un’epitome vivente della storia del pianismo jazz. Quello che è mancato nella serata bussetana è stato forse più; un graffio, un marchio a fuoco, una ferita.


Certo, quando dopo una lunga, libera esplorazione delle zone scure dello strumento le sue dita hanno evocato ed esplorato la melodia de “La pasionaria”, il brano che fu la sigla di Charlie Haden, qualche brivido sulla schiena è corso e la mente è andata, con qualche nostalgia, al meraviglioso trio con il contrabbassista e Paul Motian.


Questo è forse il punto. Rubalcaba, a dispetto della sua bravura tecnica e delle sue indubbie capacità di seduzione, del suo lirismo autentico, convince di più in formazione che non come solista. Questo nulla toglie alla qualità dell’esibizione, resa ancora più affascinante dall’atmosfera del delizioso teatrino della città emiliana: un piccolo gioiello d’altri tempi che ha avvicinato ancora di più interprete e pubblico.



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