Sud Music – 2017
Pino Minafra: direzione, tromba, flicorno
Michele Sinisi: reading
Gianna Montecalvo, Cinzia Eramo, Lisa Manosperti: voce
Marco Sannini, Vito Francesco Mitoli, Giorgio Distante: tromba
Roberto Ottaviano: sax, arrangiamenti
Sandro Satta, Carlo Actis Dato, Pasquale Innarella, Nicola Pisani: sassofoni
Beppe Caruso, Sebi Tramontana, Michele Marzella: tromboni
Livio Minafra: pianoforte, tastiere
Giorgio Vendola: contrabbasso
Vincenzo Mazzone: batteria
Louis Moholo: batteria
Keith Tippett: pianoforte
Julie Tippetts: voce
La MinAfric Orchestra da circa dieci anni continua a stupirci ed affascinarci con la sua mescolanza di colori e suoni che abbracciano il sud del mondo, il Mediterraneo, l’est della nostra Europa e riattualizzando gli umori sonori del nord del continente. Il suo deux ex machina Pino Minafra ha condensato uomini ed esperienze in questa sua ultima creatura, giusta erede della Sud Ensemble e in alcuni suoi uomini dell’irrepetibile esperienza della Italian Instabile Orchestra.
L’ultimo lavoro segue l’ottimo Minafric e di suo porta con sé contiguità tecnica e forza del collettivo. Questo disco registrato dal vivo a Ruvo di Puglia e Munster ha come ospiti l’illustre batterista Louis Moholo-Moholo e la coppia Keith e Julie Tippett. I tre si integrano alla perfezione con un’orchestra che procede come una locomotiva e che ha incarnato alla perfezione lo spirito delle composizioni di autori come Dudu Pukwana, Johnny Dyani, Mongezi Feza e Enoche Sontoga. Difatti la musica che si ascolta, grazie anche ad una sezione vocale di prim’ordine – lo sono senza alcun dubbio anche le altre, visti i musicisti che ne fanno parte – sprigiona nello stesso tempo forza collettiva e senso intimo del messaggio. Un messaggio che contiene solarità e tristezza, forza narrante e afflato popolare, partecipazione di massa e senso diffuso di speranza. Gli arrangiamenti, perfettamente realizzati per questa occasione, sono riusciti nello stesso tempo a rispettare la grana originale dei brani e rendere attuale un messaggio legato sia a Mandela che allo spirito di un popolo. Anche il contributo compositivo di Tippett non è da meno grazie al senso di libertà espressiva che riesce a dare. Grande progetto e disco da avere assolutamente.
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