Claudio Zappi – Secondo

Claudio Zappi - Secondo

Incipit Records – 2017





Claudio Zappi: clarinetto, arrangaiamenti

Alessandro Petrillo: chitarra, arrangaiamenti

Milko Merloni: contrabbasso

Gianluca Nanni: batteria

Enrico Guerzoni: violoncello

Luisa Cottifogli: voce

Simone Zanchini: fisarmonica






Prendere la musica di Secondo Casadei e provare a metterci le mani con una buona percentuale dei linguaggi e canoni musicali venuti alla luce nel corso del Novecento. Questa, a grandissime linee, potrebbe essere la sinossi di Secondo, il disco voluto dal clarinettista Claudio Zappi e che vede una compagine di musicisti romagnoli alle prese con quelli che potrebbero essere definiti, in pratica, come degli inni per la regione e i suoi abitanti. Scorrendo la scaletta del disco si incontrano infatti titoli come La mazurka di periferia, Romagna mia, Lom a merz, Non c’è pace tra gli ulivi oppure Bella figlia romagnola: brani estremamente conosciuti, iconici e riconoscibili, traghettati nella cultura popolare nazionale e, per conseguenza, cristallizzati nella loro rappresentazione canonica.


Per entrare nel mondo disegnato da Zappi, possiamo provare ad usare la chiave utilizzata dallo stesso clarinettista nelle note di copertina: «Trasversale: questo è l’aggettivo che descrive il progetto Secondo.» Ed è effettivamente la strada scelta dagli arrangiamenti e dalle interpretazioni: messi di fronte al dilemma se manipolare, e con quanta forza, oppure conservare in maniera rigorosa l’originale swing, i nostri hanno fatto entrambe le cose, anche all’interno dello stesso brano e passando con estrema velocità da un estremo all’altro. E la cosa più importante è che il coraggio di sovvertire e cercare di sorprendere in questo caso diventa la strada più efficace per rendere praticabile con originalità e leggerezza un percorso davvero accidentato e, comunque, rischioso. E quindi ritroviamo strofe di Romagna mia suonate come si potrebbe ascoltare in balera e passaggi di Vandemiadora interpretati con piglio heavy metal: in mezzo, di tutto, dallo swing al blues e al mondo classico, dal tango al rock e al progressive, sfruttando di volta in volta similitudini e contrasti insanabili, l’anima tradizionale del clarinetto e della fisarmonica e l’attitudine sperimentatrice dei singoli musicisti coinvolti. Il rispetto per l’originale, la sua storia e il significato che da decenni portano con sé, non viene mai meno: allo stesso tempo, gli arrangiamenti e le interpretazioni, le improvvisazioni e lo sviluppo dei temi mettono in risalto tutta l’intenzione di appropriarsi e rendere il materiale una cosa diversa dal punto di partenza.


La presenza e la partecipazione con cui vengono suonate le composizioni di Secondo e Raoul Casadei rendono possibile in pratica la strategia con cui viene affrontato il repertorio: una scomposizione continua in elementi fondamentali sui quali appoggiare, di volta in volta, i passi e le scelte del gruppo e dei suoi singoli componenti. Un percorso in equilibrio su un filo sottile, frastagliato, spesso poco più che immaginato ma sempre risolutivo. E, in questo modo, i passaggi più repentini diventano plausibili, i salti logici e temporali si fanno coerenti, le evoluzioni degli strumenti e i loro incontri più o meno inattesi si seguono con costante trepidazione. Al centro di tutto, la combinazione trascinante e straniante tra clarinetto e chitarra elettrica, nucleo centrale del progetto e propulsore emotivo dei vari passaggi del lavoro: tutti i protagonisti – dalla voce particolare e funambolica di Luisa Cottifogli, al violoncello evocativo di Enrico Guerzoni, alla ritmica solida formata da Milko Merloni e Gianluca Nanni, alla fisarmonica utilizzata, come ormai felice consuetudine, in maniera personale e riconoscibilissima da Simone Zanchini – aggiungono sfaccettature consistenti al lavoro.


Leggerezza, dinamismo e controllo si mescolano in una soluzione intrigante e sempre costruttiva: la formazione riesce così a dare un senso a tutti i passaggi, anche a quei pochi che risultano più ruvidi e spigolosi. Ne viene fuori un disco che trova il suo equilibrio più efficace e fecondo proprio nel momento in cui sovverte e stravolge i punti più consolidati e tenta le strade meno probabili.



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