Maurizio Brunod & Lorenzo Cominoli – Kintsugi

Maurizio Brunod & Lorenzo Cominoli - Kintsugi

Ur Records – 2017




Maurizio Brunod: chitarre, effetti

Lorenzo Cominoli: chitarre






La formula del duetto è particolarmente congeniale a Maurizio Brunod. Dopo aver dialogato con Claudio Lodati, Massimo Barbiero e Giovanni Palumbo, infatti, il chitarrista aostano ha registrato un disco intero intitolato appunto Duets. In seguito ha suonato in coppia con Enrico Rava e registrato con Garrison Fewell. In questo album troviamo il musicista, eporediese di adozione, insieme a Lorenzo Cominoli, già al suo fianco nel progetto dedicato a Billie Holiday. I due scelgono un repertorio variegato, che comprende brani originali, a firma dei titolari dell’incisione, oltre a tre pezzi di Enrico Rava, un omaggio a Garrison Fewell, un salto nel Brasile di Djavan e la ripresa di una delle più famose composizioni di Sam Rivers. La conversazione fra i due chitarristi scorre sui binari della leggerezza, della fluidità, poiché sono conformi le rispettive idee sulla musica e sul modo di portare avanti un colloquio così impostato. Brunod ha un fraseggio più appuntito e serrato, servito da una timbrica cangiante, favorita dal frequente cambio degll strumenti a corde a sua disposizione. In certe sequenze si ascoltano note tenute lunghe, accortamente distorte, grazie all’uso sapiente dell’archtop. Cominoli preferisce, invece, volare basso, lavorando su un contrappunto discreto ed elegante, per mezzo della sua acoustic guitar, riempendo gli spazi lasciati liberi dal partner con arpeggi delicati, in linea con il carattere dei brani. In effetti si privilegiano nell’album i toni sommessi, i colori tenui, i tempi moderati. Fanno eccezione proprio i tre Kintsugi, episodi in cui esce fuori il lato soft-rock della personalità dei due improvvisatori, che si inseguono su ritmi abbastanza accelerati.


Fra le undici tracce si distingue in specie la versione di Oceano di Djavan, eseguita con la massima semplicità, cantando la bella melodia e rivestendola con un’armonizzazione appropriata.


Il Kintsugi, come si legge nelle liner notes, «è un’arte giapponese che consiste nel riparare con l’oro oggetti in ceramica». Proprio la cura artigianale, meticolosa del cesello, l’attenzione al dettaglio, costituiscono i punti di forza di questo duo, che cerca di saldare con preziosi scambi fra le due chitarre brani originali e non, omologandoli con un idioma e una pronuncia concordi.



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