Francesco Massaro – Meccanismi Di Volo

Francesco Massaro - Meccanismi Di Volo

Desuonatori – 2017





Francesco Massaro: sax baritono, clarinetto basso

Gianni Lenoci: piano, piano preparato

Mariasole De Pascali: piccolo, flauti

Michele Ciccimarra: batteria, percussioni, cupa cupa

Adolfo La Volpe: chitarra, live electronics

Valerio Daniele: chitarra baritona, live electronics






Musica colta contemporanea e improvvisazione jazz, accurata progettualità e flusso sonoro libero, Meccanismi di Volo si può definire anche sulla base di queste poche, schematiche indicazioni che inquadrano anche con sufficiente chiarezza la storia di questi nove brani. Il filo di questa storia è il viaggio in un’ornitologia fantastica che riprende quello del precedente disco, Bestiario Marino. Guide musicali di questo itinerario sono Olivier Messiaen e Fausto Romitelli, quelle letterarie la poetessa Mariangela Gualtieri e Jorge Luis Borges.


Dentro questo sommario quadro d’insieme ci sono però molti momenti di grande poesia sonora. Soprattutto nelle prime tracce quando il gruppo esplora un territorio situato ai confini fra silenzio e suono, fra detto e inespresso. Per citare proprio il Borges del Manuale di Zoologia fantastica, gli strumentisti si muovono «come chi gioca con le forme mutevoli rivelate da un caleidoscopio.»


Ogni nuovo ascolto suggerisce un mondo cangiante, arcaico eppure senza tempo, fatto di suoni remoti, di melodie struggenti e inespresse (splendida, in questo senso, la terza traccia, Sa Zenti Arrubia, dedicata ai fenicotteri degli stagni di Sardegna).


Il progetto di Massaro, supportato splendidamente da tutti i suoi musicisti, si può dire perfettamente riuscito. Tutte le promesse musicali e poetiche che stanno alla base di questo viaggio nel fantastico («Ignoriamo – scrive ancora Borges – il senso del drago, come ignoriamo il senso dell’universo, ma c’è qualcosa nella sua immagine che si accorda con l’immaginazione degli uomini, e così il drago appare in epoche e a latitudini diverse») sono mantenute. Certo, in tanta complessità e in tanta ricchezza c’è anche qualche momento di cedimento (l’ultima traccia, Canis Major ricca di suoni elettronici, è molto meno evocativa delle precedenti) ma, dopo aver ascoltato e riascoltato il cd, non si può che attendere un prossimo capitolo di questa esplorazione dei sogni.




Segui Jazz Convention su Twitter: @jazzconvention