Emanuele Passerini & Pacho – Our World

Emanuele Passerini & Pacho - Our World

Dodicilune Dischi – Ed 382 – 2018



Emanuele Passerini : sassofoni, flauto di Bali, mbira

Alessandro “Pacho” Rossi: percussioni, gong, campane, fischietti, rumori, voce






Nuova combinazione di talenti a fissare una testimonianza e un progetto in cui l’idioma urbano jazz ancora si cimenta con le suggestioni del colore etnico: Our World dunque come espressione del “proprio mondo” ma egualmente della “propria concezione del World”, qui espresso senza ricadere in stilemi di generica portata (e spesso mistificanti) come già esperito da formazioni esponenti di soluzioni “global” e meticciati un po’ a perdere.


Colpisce invece la linea piuttosto rigorosa, ma non per questo poco vitale, esplicitata da un duo d’evidente intesa costituitosi sul campo dall’incontro di sperimentati strumentisti d’area milanese, e se avevamo insomma già espresso un convinto apprezzamento nei confronti dell’identità musicale del sassofonista Emanuele Passerini, qui all’ottava esperienza discografica (più segnatamente entro la corposa partnership con il pianista Massimiliano Belloni nel Painting Jazz Duo), dobbiamo parlare di positiva scoperta circa il fantasista delle percussioni, di coloristica e visionaria ricchezza di linguaggio, dispensati fuor di banalità o di canoni abusati, anzi imponendo un qualche rigore formale nella variegata giungla sonora.


Di musicalità concreta e alquanto manierata sul piano dell’effettismo, il duo non lèsina sul piano dell’inventiva ma soprattutto sul fronte di sfida reciproca: la polivalente percussione di Pacho si articola assai in sintonia con le ance di Passerini, così come l’emissione ferma e le figurazioni sassofonistiche di questi incorporano, per contraccambio, istantanee tattiche ritmiche.


Senza ambire a forme d’apparente innovazione, la fusion proposta dal duo, per una volta non tanto contaminata da ammiccamenti e soluzioni risapute, si palesa abbastanza “vissuta” nella sue essenza e nelle sue logiche ispirative, così come l’intesa evidentemente radicata funge da tangibile legante nell’esito convincente di un’operazione d’interscambio di istinti musicali da non sottovalutare.