JAZU: Jazz from Japan. Recensioni. Shunzo Ohno. Dreamer

JAZU: Jazz from Japan. Recensioni. Shunzo Ohno. Dreamer

SO – 1004 – 2017




Shunzo Ohno: tromba

Buster Williams: contrabbasso

Billy Kilson: batteria

Ed Howard: basso

Ira Coleman: basso

Jerome Jennings: batteria

Cyro Baptista: percussioni

Henry Hey: pianoforte, tastiere

Clifford Carter: pianoforte, tastiere

Vic Juris: chitarra

David Berkman: pianoforte

Sasha Ono: violoncello

Thierry Arpino: batteria

Paul Bollenback: chitarra

John Hart: chitarra

Dave Anderson: basso

George Colligan: pianoforte, tastiere

Danny Sadownik: percussioni

Jeanne Leblanc: violoncello






Ascoltando la musica di Shunzo Ohno sembra difficile credere che questo musicista sia passato attraverso ostacoli talmente grandi che avrebbero scoraggiato chiunque dal proseguire una carriera musicale. Alla luce di questo, il suono della sua tromba ha raggiunto negli anni una pregnanza tale da racchiudere la stessa solida bellezza di una spada samurai forgiata in numerose battaglie. Sentire i suoi fraseggi levarsi nell’aria, conoscendo la storia dell’uomo dietro il musicista, (N.d.R. – se ne parla dettagliatamente nel documentario “Never Defeated: The Shunzo Ohno Story”, di cui trovate il link in basso, provvisto di sottotitoli in italiano curati da chi scrive) rappresenta un’esperienza quasi spirituale che rende ogni sua performance una testimonianza di indomabile forza vitale e coraggio.


Questo suo ultimo lavoro sin dal titolo mette in chiaro, qualora ce ne fosse ancora bisogno, la qualità che lo ha reso lo straordinario uomo e musicista che tanti hanno imparato ad apprezzare: saper guardare oltre le avversità perché capace di immaginare uno scenario sempre nuovo, caratteristica che fa di noi dei sognatori.


Dreamer raccoglie alcune delle migliori composizioni originali di Ohno, premiate nei più importanti contest di composizione e già pubblicate nei suoi precedenti album da leader, qui in parte riarrangiate e risuonate per l’occasione da una nutrita compagine di ottimi session man che si alternano sulle varie tracce.


Dietro la scelta di realizzare questo album c’è soprattutto la volontà di raccogliere fondi in supporto delle numerose famiglie giapponesi colpite dal devastante terremoto e dal conseguente tsunami che nel 2011 colpirono il Nord Est del Giappone: un problema, questo, che sta molto a cuore a Ohno.


Le composizioni del trombettista si snodano attraverso gli stili jazzistici più eterogenei, guidate solo dall’istinto e dalla sensibilità del suo autore. Il brano Dreamers, che apre l’album, ha un respiro dalle tinte mediterranee grazie anche all’intervento della chitarra classica di John Hart, mentre Alone, not Alone sa attingere alla sua vena più lirica.


Non mancano composizioni più dinamiche, alimentate da sonorità fusion a cui Ohno è musicalmente legato sin dai suoi esordi. Lo dimostrano brani come Go On e Lea’s Run, entrambi sostenuti da groove robusti, nei quali il trombettista fa un’abile utilizzo di effetti e filtri elettronici sul suo strumento, rivelandosi uno specialista di questo supporto esecutivo che nelle performance live spesso affianca al puro suono acustico.


C’è spazio anche per standards intramontabili come Over the Rainbow, già contenuto nel suo bellissimo album All in One (2012), in una versione sapientemente riarmonizzata da Ohno e ben sostenuta dal chitarrista Vic Juris.


Nella musica del trombettista numerosi sono i riferimenti alla storia e alla cultura musicale della sua terra d’origine. Un’antica melodia proveniente dal nord del Giappone è alla base di Tairyo Bushi, eseguita in una intensa interpretazione per sola tromba, così come succede nella breve Taburazaka, (il nome è quello di una località legata ad una celebre battaglia della storia giapponese), questa volta un originale di Ohno, in cui è possibile ascoltare tutta l’elegia e la limpida bellezza del suo suono. In Okinawa, invece, i riferimenti al gruppo di isole più meridionali dell’arcipelago giapponese, che portano questo nome, vanno ricercati nei fischi d’incitamento iniziali, un tratto spesso presente nella musica tradizionale di quelle terre.


Musashi è sicuramente il brano più noto e celebrato di Ohno nonchè quello che più lo rappresenta. Il titolo è tratto dalla leggendaria figura storica di Miyamoto Musashi, celebre samurai e abile spadaccino, ma anche letterato e pittore, simbolo di quella ricerca del coraggio che Ohno ha saputo trovare nei suoi momenti più difficili, consentendogli di continuare a fare il lavoro che più ama: fare musica che sappia infondere speranza nei cuori della gente.



Link di riferimento:

“Never Defeated: the Shunzo Ohno Story” (sottotitoli in italiano): www.youtube.com/watch?v=lQBLZT-8PTk

Musashi Live https://www.youtube.com/watch?v=WdM-WoJSCOw

Shunzo Ohno website shunzoohno.com



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