Quando m’innamoro in jazz al Teatro Duse di Genova

Foto: Archivio Fabio Ciminiera










Quando m’innamoro in jazz al Teatro Duse di Genova

Genova. Teatro Duse – 27.3.2018

Roberto Livraghi festeggia il cinquantenario della sua creazione più celebre, Quando mi innamoro con una serata di gala al teatro Duse di Genova. È protagonista la Colours Jazz Orchestra come nel 2016, questa volta, però, nella sua versione XL, forte di 19 elementi, oltre a due solisti ospiti. Il repertorio del concerto si basa esclusivamente su brani del compositore spezzino, già registrati in larga parte dalla Colours Jazz Orchestra in due cd – Quando mi innamoro… In jazz, inciso nel 2010 e Quando m’innamoro in samba risalente al 2013.


Livraghi introduce i pezzi fornendo informazioni sull’epoca in cui è stata scritta la canzone, sui cantanti che l’hanno interpretata, mostrando un evidente orgoglio per essere riuscito nell’impresa di portare sul palcoscenico una big band al gran completo e di aver aggregato, ciliegina sulla torta, un certo Fabrizio Bosso a rendere il menù ancor più ricco e sapido. Infatti il trombettista torinese non si fa pregare e mette subito le carte in tavola, producendosi in un assolo pirotecnico proprio in A man without love, come la intonava in inglese Engelbert Humperdink. Subito dopo si va a Toccare il fondo, dove si inserisce la vocalist Laura Avanzolini, dotata di una voce ispirata, in grado di rinverdire le glorie di una composizione di sessant’anni fa, anche con l’aiuto del solito Bosso, ancora una volta pronto a sprigionare energia, growl e gusto con l’aggiunta della sordina al suo strumento.


È la volta, successivamente, di Waltz for Bi – parafrasando Bill Evans, autore di Waltz for Debbie, dedicata alla moglie – dove l’orchestra reagisce benissimo alle sollecitazioni di Morganti fra cambi di tempo, di intensità e assoli tirati il giusto da parte di competenti solisti.


«A questo punto ascolterete Se per te c’è soltanto quell’uomo, mai incisa in italiano, che gode, però, di registrazioni prestigiose in lingua inglese, una da parte della sorella di Aretha Franklin» così spiega il padrone di casa, prima della proposta in jazz di una pagina del suo songbook a cui è particolarmente legato. Anche qui si possono sentire corposi pieni orchestrali e interventi misurati e stringenti da parte dei musicisti dell’ensemble.


Ne La prima volta di tutto è protagonista, invece, la Avanzolini in duo con Severi al violoncello, alla ricerca di finezze timbriche per nobilitare una melodia gradevole, piuttosto semplice nella sua struttura.


In Maria, suonata a ritmo di samba, prende l’iniziativa lo stesso maestro Massimo Morganti per lustrare a lucido con il suo trombone un’aria che non ha perso smalto, malgrado l’età.


Sogno d’estate, portata al successo da Fred Buscaglione, segue a ruota ed è attraversata da un lungo solo di Emilio Marinelli al pianoforte, senza accompagnamento alcuno.


Mae ben, altra canzone romantica eseguita da Paoli e Lauzi in dialetto genovese, ancora su ritmo latino, vede in primo piano Severi, oltre alla compatta sezione delle trombe.

Torna a splendere, a “spaccare, fino a tirare giù il teatro, la tromba di Bosso in Coriandoli dal repertorio di Mina e pure in Sei bella, di cui è coautrice la consorte di Franco Ambrosetti.


L’esibizione si chiude in un clima gioioso e complice. Gli spettatori festeggiano il regista dell’evento e tributano lunghi applausi ai membri dell’orchestra e alla conclusione di una serata che raccoglie il meglio di quanto pubblicato da Livraghi, autore che è, comunque, ben lontano dall’idea di interrompere la sua attività di scrittura.



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