Gianluigi Trovesi – Mediterraneamente

Gianluigi Trovesi - Mediterraneamente

Dodicilune Dischi – Ed379 – 2018




Gianluigi Trovesi: sax alto, clarinetto alto

Paolo Manzolini: chitarra

Marco Esposito: basso

Vittorio Marinoni: batteria

Fulvio Maras: percussioni





Gianluigi Trovesi è un polistrumentista conosciuto principalmente per il suo magistero tecnico ed espressivo nell’uso dei clarinetti. Giorgio Gaslini, all’epoca della loro collaborazione negli anni settanta, per fare scena, voleva che fossero esposti sul palco tutti i suoi strumenti, nei quali spiccava, per maestosità, il clarinetto basso. Da un certo numero di anni il musicista bergamasco non fa più ricorso al clarone preferendogli, della stessa famiglia, il contralto o il sopranino, a seconda delle necessità timbriche. In questo recente album Trovesi suona nella maggior parte dei casi il sax contralto e questa è sicuramente una notizia. Per il resto ritroviamo nel disco le passioni consolidate che hanno caratterizzato la lunga carriera artistica del titolare della registrazione. Così possiamo rinvenire due standard, in verità mai molto praticati nei precedenti album, un brano dal repertorio del barocco classico, alcune danze popolari, due omaggi alla canzone napoletana, oltre a pezzi originali a firma del bandleader intrisi nel folk e nel jazz, tanto per non tradire la sua cifra stilistica. Accompagna Trovesi in questa avventura un gruppo formato da strumentisti della sua zona, ad eccezione di Fulvio Maras.


Il disco inizia con una versione brevissima, quarantotto secondi di Yesterdays, quasi per scaldare gli strumenti, si arguisce. Segue subito dopo Gargantella, con un incedere da ballo popolare di gruppo, ritmicamente mossa.


Succede a ruota Carpinese, motivo tradizionale di carattere malinconico, cantato a voce aperta dal sax alto, con il contraltare di una chitarra acustica impegnata a punteggiare le sfumature del brano.


Cadenze orfiche contiene sequenze progressive rock e si allarga su un tema arioso, gradevole, ancora una volta danzante, ripetuto ad libitum e sostenuto dall’intervento vigoroso della batteria sul finale.


Tu ca nun chiagne è eseguita in duo sax e chitarra e conserva toni delicati e romantici.


Tamurriata nera è nascosta, camuffata in un arrangiamento rock dalle tinte abbastanza forti. Il notissimo refrain, a quel punto, viene svelato solo pochi secondi prima della conclusione.


La suave melodia è la jazzificazione cool di un brano del seicento. Pare, in un certo senso, di ascoltare Lee Konitz e Jim Hall impegnati in duo nella rilettura della canzone di Falconieri.


Il ritornello de Le mille bolle blù si annuncia lento per poi prendere, mano a mano, un ritmo frenetico. Non basta. C’è una parentesi “a samba” e un’ultima parte dove si allentano i freni e si va in rottura prolungata


Siparietto racchiude cadenze concitate in odore di progressive rock.


Rina e Vigilio è una ballata dai toni docili e concilianti, arricchita da un bel solo di contrabbasso


In your own sweet way è un evergreen reso con grazia e stile da chitarra e sassofono.


Mediterraneamente, in sintesi, è un disco orecchiabile all’insegna di un divertimento intelligente, non epidermico. Al multistrumentista di Nembro piace molto giocare con la musica. La voglia di leggerezza non per questo relega questo cd fra le opere meno interessanti della sua ricca discografia. Anche questa prova, infatti, è utile per inquadrare meglio la variegata personalità di un artista da tempo e meritatamente ai vertici del jazz italiano.



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