Swiss Jazz: Nik Bärtsch’s Ronin – Awase

Swiss Jazz: Nik Bärtsch's Ronin - Awase

ECM Records – ECM 2603 – 2018



Nik Bärtsch: pianoforte

Sha: clarinetto basso, sax alto

Kaspar Rast: batteria

Thomy Jordi: basso






Ormai ben più che un’ipotesi di lavoro, la formula modulare si è costituita a marchio di fabbrica delle originali composizioni del pianista zurighese Nik Bärtsch, figura relativamente aliena entro un’ala del jazz di confine ed in fluida evoluzione.


«Alcune tra le nostre strategie musicali e drammaturgiche sembrano abbeverarsi di procedure minimali : concentrazione dei materiali, consapevolezza attraverso la ripetizione, combinazione di pattern – ma questo non potrebbe dirsi anche di altri stili musicali? Il funk, ma anche le musiche spiritualistiche del mondo, spesso si basano su pattern e ripetizioni, e la ritmica deve comunque basarsi su pattern o mancherebbe di fondamento» – questo è quanto si raccoglieva direttamente da Bärtsch alla vigilia dell’ingresso nella scuderia ECM, già oltre un decennio fa, peraltro a seguire un’intensa e disciplinata auto-produzione discografica del tutto funzionale e coerente alla gamma stilistica tuttora esplicitata.


In essa si ritrovano (anche) ispirazioni e stilemi mutuate dall’ estremo Oriente, segnatamente dal paese del Sol Levante e relative discipline praticate o comunque coltivate dal Nostro, non tanto nel look personale quanto nello stile di vita e nei canoni culturali di riferimento (Zen, Aikido, teatro Nô, danza Butoh etc.) in parte peraltro proposti organicamente entro alcune soluzioni sceniche nella ormai innumerevole serialità già all’attivo.


Si confermano assai funzionali gli apporti dell’infaticabile, macchinosa batteria del pugnace Kaspar Rast (tra i più solidi leganti della band), della pulsazione elettrica delle corde basse di Thomy Jordi (contributore apparentemente più plastico del precedente Bjorn Meyer), del rinnovato lavorìo d’ancia (particolarmente al sax alto) di Sha, qui per la prima volta con un intervento autoriale e maggiormente operoso verso un più tradizionale solismo jazz, non dismettendo l’intervento sulla strutturazione ritmica (tipicamente al clarino basso), così permangono gli ingredienti già solidi della musicalità Ronin, confermandosi le morfologie pianistiche del titolare Nik Bärtsch, fondate non soltanto sulla caratteristica iterazione micro-melodica, ma anche su un istinto di ricerca istantanea, intuitiva e sottile.


Con i più recenti materiali, esito di una session presso lo studio francese La Buissonne, si dichiara e si percepisce l’intento di un parziale superamento di modello, già forte e caratteristico nell’espressione della giovane band elettroacustica: particolarmente nell’estesa e quasi monumentale Modul 58 s’immette un’impulsività ritmica peculiarmente intessuta di meccaniche funk, ma più segnatamente un’ariosa movimentazione finora non caratteristica del collettivo sound ed una coloritura percussiva di qualche maggior effervescenza; maggior velluto nelle ance e nelle note basse in A (appunto a firma del fiatista), giusto per un qualche ampliamento di confine di una formula che può tuttora permettersi il vezzo di mantenersi di auto-referenziale coerenza: nella sua strutturazione più vorticosa che labirintica, apparentemente alleggerita tra carillon pianistici e brezze classiciste, appaiono irrinunciabili la consistente strutturazione del groove, la costruttiva frenesia, la febbrile ed energetica ritualità, che si confermano tra gli originali ingredienti costitutivi di una peculiare musicalità non del tutto decifrabile, ma che esita accessibile pur custodendo un proprio volto esoterico.




Link correlati:

www.nikbaertsch.com


roninrhythmrecords.bandcamp.com/album/awase


www.youtube.com/watch?v=CoayGjBdBF0



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